Libano, il premier Hariri rinuncia a formare governo: caos a Beirut, proteste e scontri in strada
Saad Hariri, primo ministro libanese designato quasi nove mesi fa, ha annunciato di aver rinunciato all'incarico di formare un nuovo governo e ha rimesso il mandato nelle mani del capo di Stato Michel Aoun. Hariri era stato investito del complicato compito di formare un esecutivo in grado si di risollevare il Paese, alle prese da anni con una crisi economica gravissima, e di avviare le riforme necessarie a sbloccare gli aiuti internazionali. "Che Iddio protegga il Libano", ha commentato Hariri concludendo il suo laconico messaggio al termine dell'incontro lampo col presidente della Repubblica, Michel Aoun, al palazzo presidenziale di Baabda. Hariri aveva ricevuto l'incarico a ottobre scorso nel mezzo della crisi finanziaria e politica del Libano, esacerbata dalla devastante esplosione del porto di Beirut del 4 agosto scorso. Il premier Hassan Diab si era dimesso proprio dopo l'esplosione di agosto.
Libano, le cause della crisi politica
Stando a quanto riferisce Al Jazeera Hariri – leader del partito sunnita Movimento per il Futuro – avrebbe rinunciato a guidare il nuovo governo proprio a causa di dissidi politici con il capo dello Stato Aoun, esponente di spicco del Movimento Patriottico Libero, di ispirazione cristiana. Il premier incaricato aveva proposto ieri una squadra di 24 ministri, otto dei quali sarebbero stati particolarmente vicini ad Aoun, compresi i dicasteri di difesa ed esteri. Ciò nonostante Aoun avrebbe ritenuto troppo debole la rappresentanza cristiana nel governo, accusando Hariri di settarismo. Lo scontro tra i due non si è ricomposto neppure nelle ultime ore e la rinuncia del premier a guidare un esecutivo è stata inevitabile.
La situazione a Beirut: proteste in strada e probabile blackout
La crisi politica libanese e lo scontro tra Saad Hariri e Michel Aoun rischiano di precipitare nel caos un paese da tempo alle prese con una grave crisi economica. Davide Arcuri, inviato di Fanpage.it a Beirut, riferisce che entro questa sera potrebbe essere tolta la corrente elettrica per uso civile e che si sono già formate lunghe code ai distributori di carburante, che non forniscono più di 20 litri di gasolio o benzina a testa. Da tempo, inoltre, si registrano difficoltà nel reperimento di medicinali. Migliaia di persone stanno iniziando a protestare e i militari hanno già chiuso molte strade e piazze per evitare che le contestazioni possano degenerare in gravi scontri. Dalla fine del 2019 il Libano è alle prese con una crisi economica che ha spinto più della metà della sua popolazione nella povertà e ha svalutato la sua valuta locale – la Lira Libanese – di circa il 90o%. La comunità internazionale ha ripetutamente esortato le forze politiche del paese a risolvere le divergenze e a comporre un governo capace di attuare le riforme economiche necessarie per sbloccare miliardi di dollari in aiuti che potrebbero dare respiro a centinaia di migliaia di persone.