L’ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter compie 100 anni e dichiara che voterà per Kamala Harris
L'ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter oggi, 1 ottobre 2024, compie 100 anni, diventando così il più longevo inquilino della Casa Bianca.
Dal febbraio 2023 è ricoverato in un hospice, dato l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Carter è affetto da un cancro al fegato, estesosi ad altre parti del corpo. "Spero di sopravvivere per votare per Kamala Harris", avrebbe detto l'ex presidente a suo figlio Chip lo scorso agosto.
Carter è stato eletto governatore della Georgia nel 1971 e ha ricoperto l'incarico fino al 1975. L'anno seguente è diventato il 39esimo presidente americano.
Dopo essere stato battuto alle presidenziali da Ronald Reagan, ha dedicato tutte le sue energie al Carter Center, fondato nel 1982. Si tratta di un'organizzazione non governativa e senza scopo di lucro che promuove attività legate alla sanità, alla democrazia, ai diritti umani e ad altri temi. Il suo impegno post presidenziale gli è valso il Premio Nobel per la pace nel 2002.
"Spero di sopravvivere per poter votare Kamala Harris"
Il voto anticipato per le prossime elezioni presidenziali in Georgia, lo Stato dove si trova Carter, inizierà il 15 ottobre. Lo scorso agosto l'ex presidente avrebbe detto a suo figlio Chip che l'unica cosa a cui pensa è battere Donald Trump.
"Spero di sopravvivere per votare per Kamala Harris", sarebbero state le sue parole, come aveva raccontato suo nipote Jason Carter all'Atlanta Journal-Constitution.
I cento anni di Jimmy Carter: dalla Georgia al Nobel per la pace
Nato il 1 ottobre 1924 e cresciuto a Plains, in Georgia, nel 1943 Jimmy Carter fu ammesso alla United States Naval Academy. Diplomatosi nel 1946 e con una laurea in Ingegneria, si arruolò nella Marina degli Stati Uniti, dove prestò servizio sui sottomarini.
Dopo la morte di suo padre, nel 1953 Carter lasciò la carriera militare e tornò in Georgia per prendere le redini dell'azienda di arachidi della famiglia. Nel 1971 fu eletto governatore dello Stato e ricoprì l'incarico fino al 1975.
L'anno seguente diventò il 39esimo presidente americano, battendo il repubblicano Gerald Ford, precedentemente subentrato a Nixon dopo che lo scandalo Watergate lo aveva costretto a dimettersi.
Alla Casa Bianca rimase per un solo mandato, della durata di quattro anni, dal 1977 al 1981. La sua presidenza fu stata segnata principalmente da due eventi importanti: l'accordo di Camp David nel 1978 fra Egitto e Israele e la crisi degli ostaggi americani in Iran, iniziata nel 1979, che contribuì alla sua sconfitta nella corsa al seconda mandato.
Dopo essere stato battuto alle presidenziali da Ronald Reagan, ha dedicato tutte le sue energie al Carter Center, fondato nel 1982. Si tratta di un'organizzazione non governativa e senza scopo di lucro che promuove attività legate alla sanità, alla democrazia, ai diritti umani e altri temi. Il suo impegno post presidenziale gli è valso il Premio Nobel nel 2002.
L'ex presidente nel 2015 ha annunciato di essere affetto da un cancro al fegato, estesosi anche ad altre parti del corpo, per il quale si è sottoposto a diversi interventi. Dal febbraio 2023 è ricoverato in un hospice.