L’ex presidente afghano Ashraf Ghani ha parlato alla nazione: “Fuggito per evitare morti ma tornerò”
L'ex presidente afgano Ashraf Ghani ha parlato alla nazione dagli Emirati Arabi Uniti, lì dove si è rifugiato quando i talebani hanno conquistato Kabul. L'ex presidente ha lasciato la capitale sotto consiglio dei suoi servizi di sicurezza, trovando poi rifugio a Dubai. Da qui ha tenuto un discorso nel quale ha affermato di voler tornare in Afghanistan per combattere per la sovranità del Paese. "Se fossi rimasto al potere, i talebani avrebbero distrutto tutto – ha affermato – spargendo sangue e distruggendo migliaia di vite. Sono andato via a mani vuote, questo posso assicurarlo. Non ho con me denaro, al contrario di quello che è stato detto all'inizio".
Il leader ha detto di aver iniziato delle consultazioni con la sua sicurezza per rientrare quanto prima in Afghanistan e combattere per riottenere la sovranità del Paese. "Tornerò presto – ha assicurato durante il discorso -. Sarò di nuovo a Kabul in un prossimo futuro. Non vi lascerò soli". L'ex presidente si è inoltre difeso dalle accuse che lo volevano negli Emirati arabi con borse piene di contanti. "Fa tutto parte di un piano ben calcolato per diffamare la mia persona" ha detto. "Sono andato via soltanto perché restare avrebbe voluto dire assistere a spargimenti di sangue per cacciarmi dal palazzo del potere. Sono senza fondamento le voci che mi vogliono fuori dal paese con decine di milioni di dollari. Ho lasciato tutto in Afghanistan. Qui con me non ho niente". L'ex presidente ha portato con sé la famiglia. Ghani è salito su un volo privato verso gli Emirati arabi il 15 agosto. "Non resterò qui con le mani in mano – ha continuato -. Tornerò presto per riavere il mio Paese. Domenica scorsa (giorno della conquista di Kabul) mi sono recato nel mio ufficio normalmente e sono andato al ministero della Difesa. Alcuni guardiani mi hanno informato del colpo di Stato, portandomi via dall'area. Mi hanno costretto a lasciare la capitale. Poco dopo, i talebani sono entrati nella sede della presidenza. Mi hanno cercato per uccidermi, così come già fatto 20 anni fa. Se fossi rimasto, i talebani avrebbero comunque sbaragliato le difese di Kabul, spargendo solo ulteriore sangue. Non temo la morte, ma non volevo mettere ulteriormente in pericolo il mio Paese". Sui militari fuggiti prima dell'arrivo dei fondamentalisti, ha aggiunto: "Le nostre forze non hanno responsabilità per quanto successo. La colpa è da attribuire ai politici".