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L’ex della donna accusata di aver sterminato la famiglia con funghi tossici: “Ha tentato di avvelenarmi”

L’ex marito di Erin Patterson ha raccontato di sospettare di essere stato avvelenato in passato con una tossina ingerita da una pianta di belladonna; anche in quel caso, secondo la testimonianza, ci sarebbe stato lo zampino della donna.
A cura di Davide Falcioni
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Assume sempre più in contorni di un giallo il caso della famiglia australiana avvelenata dopo un pranzo a base di funghi. La vicenda è ormai nota ed è avvenuta lo scorso 18 luglio: quel giorno Gail e Don Patterson, marito e moglie, avevano deciso di fermarsi a pranzo a casa della nuora, la 48enne Erin Patterson. Insieme a loro c'erano anche Heather, la sorella di Gail, e suo marito Ian.

Agli ospiti erano state servite portate a base di funghi ma nel volgere di poche ore quattro di loro erano stati trasportati all'ospedale a causa di quella che inizialmente si era creduto fosse una seria intossicazione alimentare. Heather e Gail tuttavia sono morti venerdì scorso, mentre sabato è stata la volta di Don. Ian è ancora ricoverato in condizioni critiche all'ospedale di Melbourne in attesa di un trapianto di fegato. L'unica a non riportare nessuna conseguenza è stata, guarda caso, la padrona di casa e cuoca Erin Patterson, ora indagata per omicidio. La donna – si è scoperto – ha servito ai suoi ospiti un piatto a base di Amanita phalloides, uno dei funghi più pericolosi, potenzialmente letali se ingeriti.

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Il suo è stato un gesto volontario? Lei giura di no, si dice disperata, ma spetterà alla polizia indagare a fondo. Nel frattempo, però, a metterla ulteriormente nei guai è stato l'ex marito Simon Patterson, che all'Herald Sun ha raccontato di sospettare di essere stato avvelenato in passato con una tossina ingerita da una pianta di belladonna; anche in quel caso, secondo la testimonianza, ci sarebbe stato lo zampino di Erin. Un amico dell'uomo, infatti, ha spiegato: "C'erano volte in cui si sentiva un po' ‘fuori' e spesso quei momenti coincidevano con le giornate trascorse con lei".

Lo stesso Simon tempo fa ha scritto su Facebook: "Sono crollato a casa, poi sono stato in coma farmacologico per 16 giorni durante i quali ho subito tre operazioni di emergenza principalmente nel mio intestino tenue, più un'ulteriore operazione programmata. Alla mia famiglia è stato chiesto di venire a salutarmi due volte perché non si credeva che sarei sopravvissuto. Sono stato in terapia intensiva per 21 giorni, dopodiché sono stato nel reparto generale per una settimana, e ora sono in un centro di riabilitazione". Anche Simon era stato invitato al pranzo di famiglia il 18 luglio, ma si è rifiutato di partecipare.

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