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L’estrema destra israeliana contro piano di pace a Gaza: “Se Netanyahu accetta faremo cadere il governo”

Il conflitto a Gaza è ormai giunto al 240° giorno. Tuttavia, il piano di pace illustrato dal presidente Usa Joe Biden non sembra aver ricevuto l’ok dalla compagine di governo di Netanyahu. “Se accetta un accordo per finire la guerra senza che Hamas sia stato distrutto, faremo cadere il governo”, ha dichiarato il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir.
A cura di Giulia Casula
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Il conflitto a Gaza è ormai giunto al 240esimo giorno. Ieri, il presidente israeliano Benjamin Netanyahu ha escluso l'ipotesi di un cessate il fuoco permanente nella Striscia, almeno fino a quando "Hamas non sarà distrutto". Una chiusura arrivata dopo la proposta di tregua avanzata dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che negli scorsi giorni aveva reso noto il piano in tre fasi di Israele per un cessate il fuoco a Gaza.

La proposta israeliana prevedeva una prima fase di sei settimane che includerebbe il ritiro delle forze militari israeliane da Gaza, il rilascio di alcuni ostaggi da parte di Hamas e l'accordo verso una fine permanente delle ostilità. Una soluzione "irrealistica" secondo Netanyahu che ha chiuso alla possibilità di un cessate il fuoco permanente senza la "distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas".

Tuttavia, il piano di pace illustrato dall'inquilino della Casa Bianca non sembra aver incontrato l'approvazione della compagine di governo di Netanyahu. "Se il premier israeliano accetta un accordo per finire la guerra a Gaza senza che Hamas sia stato distrutto, faremo cadere il governo", ha dichiarato il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir. A fargli eco il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich: "Ho chiarito a Netanyahu che non farò parte di un governo che accetti questo accordo".

Dall'altra parte, Hamas ha fatto sapere di volersi impegnare "in maniera positiva e costruttiva", sebbene uno degli ufficiali dell'organizzazione terrostica, Mahmoud Mardawi, ha dichiarato di non aver ancora preso visione dei dettagli del piano. "Non si può raggiungere alcun accordo prima che la richiesta di ritiro dell'esercito di occupazione (israeliano) e di cessate il fuoco sia soddisfatta", ha affermato intervistato da Al Jazeera. "Hamas rimane impegnato nella distruzione di Israele".

Intanto, secondo una fonte diplomatica israeliana sentita da Israel Hayom, "il piano per il rilascio dei prigionieri consente a Israele di esigere che tutte queste condizioni (distruzione di Hamas e  rilascio degli ostaggi) siano soddisfatte prima che entri in vigore un cessate il fuoco permanente." Il rilascio degli ostaggio dovrebbe avvenire in più fasi: i primi saranno le donne, gli anziani e i feriti. Nel frattempo verranno avviate le trattative legate alla seconda fase, in cui saranno rilasciati i prigionieri ancora in vita e quelli deceduti. Stando a quanto riporta il quotidiano la tregua permanente "sarà soggetta alla richiesta di Israele della distruzione delle capacità di Hamas".Israele inoltre, si riserverebbe "il diritto di riprendere i combattimenti in qualsiasi momento se Hamas viola i suoi impegni nell'accordo, incluso il mancato rilascio dei prigionieri nel numero concordato, e nella misura in cui Israele percepisca che i negoziati sono inutili e servono solo a guadagnare tempo".

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