L’esercito israeliano sarebbe pronto ad attaccare Rafah: aumentano le tendopoli a Khan Younis
L'esercito israeliano sarebbe pronto ad attaccare Rafah. Lo riporta Haaretz, che a sua volta cita un funzionario della Difesa israeliana menzionato dai media internazionali. Secondo quanto reso noto, l'esercito israeliano avrebbe condotto "tutti i preparativi necessari" per attaccare quello che considera "l'ultimo avamposto di Hamas", nella Striscia di Gaza. In realtà, a Rafah si trovano attualmente più di 1,4 milioni di rifugiati palestinesi che con un attacco diretto rischiano di morire sotto i bombardamenti o il decesso in seguito a fame, malattie e carestia.
Nonostante gli appelli internazionali e gli altissimi rischi per i civili presenti nei campi profughi, l'esercito israeliano si è dichiarato pronto ad attaccare non appena "il governo darà la sua approvazione".
A destare ulteriori preoccupazioni, le dichiarazioni di una fonte egiziana che aveva rivelato al giornale arabo Al-Araby Al Jadeed con sede a Londra che gli Usa avrebbero concesso a Israele di attaccare Rafah in cambio di una "risposta limitata" nei confronti dell'Iran, che pure aveva disposto il lancio di alcuni missili e droni per rispondere al bombardamento della sede diplomatica iraniana a Damasco.
Dal 16 aprile, secondo quanto reso noto da Associated Press che ha pubblicato alcune foto satellitari, le tendopoli in costruzione vicino a Khan Younis, nella Striscia di Gaza, si stanno ingrandendo, forse per i civili che da Rafah dovrebbero evacuare.
Un piano che la comunità internazionale aveva già ampiamente criticato poiché la maggior parte della Striscia di Gaza è stata distrutta dai bombardamenti e mancano le strutture essenziali per l'assistenza alle persone, ma che a quanto pare è comunque in preparazione.
Il governo israeliano non ha voluto rispondere alle domande dei media nazionali e internazionali sui preparativi delle tendopoli e l'ipotesi di un imminente attacco a Rafah.
Secondo l'ex speaker della camera Usa, Nancy Pelosi, Netanyahu resta "l'ostacolo più grande alla soluzione dei due Stati". Per Pelosi, il premier israeliano dovrebbe dimettersi.
"Netanyahu – ha spiegato Pelosi – è un ostacolo alla pace nell'area da anni. Non so se ne ha paura o se non la vuole. Riconosciamo il diritto di Israele a proteggersi, ma respingiamo la politica di Netanyahu".