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L’epidemia di Coronavirus in Danimarca è sotto controllo: perché una seconda ondata è improbabile

La Danimarca ha progressivamente allentato le restrizioni imposte per contrastare il coronavirus e secondo le autorità sanitarie la situazione è ormai “sotto controllo”. “Se il virus fosse incontrollato e non avessimo fatto nulla, ci sarebbe stata una seconda ondata. Ma abbiamo imparato molto dalla malattia”, ha affermato il responsabile delle infezioni presso l’Istituto nazionale di Salute.
A cura di Susanna Picone
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La Danimarca, che conta 5,7 milioni di abitanti, ha registrato finora 10.711 casi di contagio da coronavirus e 533 morti, con il numero dei ricoveri in tendenza discendente dall'inizio di aprile e con un tasso di contagio attuale allo 0,7. E le autorità sanitarie sono convinte che l’epidemia sia ormai sotto controllo tanto da ritenere “molto improbabile" una seconda ondata di contagi. "Siamo riusciti a mettere sotto controllo i contagi, grazie a un massiccio sforzo collettivo", ha detto la premier danese, Mette Frederiksen. C’è ottimismo anche nelle parole del responsabile delle infezioni presso l'Istituto nazionale di Salute, Kare Molbak, secondo il quale la Danimarca "è in grado" di prevenire una seconda ondata, anche se ha ipotizzato che il tasso di contagio potrebbe aumentare di nuovo. "Se il virus fosse incontrollato e non avessimo fatto nulla, ci sarebbe stata una seconda ondata. Ma abbiamo imparato molto dalla malattia, abbiamo la capacità di testare e isolare quelli esposti al contagio", ha spiegato.

Hotel per la quarantena per evitare di restare in casa coi parenti

In questa fase il governo ha annunciato un aumento dei test, attualmente se ne fanno 10.000 al giorno, e la creazione di un'agenzia statale per garantire la fornitura di dispositivi di protezione. Il governo ha anche ordinato ai consigli comunali di attrezzare luoghi per la quarantena alternativi alle abitazioni dei pazienti, come hotel o strutture ricreative.

La strategia della Danimarca contro il Coronavirus

La Danimarca è stato uno dei primi Paesi a chiudere le frontiere e la vita pubblica per contrastare la pandemia di Coronavirus ma senza scegliere il confinamento. Ha poi iniziato a revocare le restrizioni a metà aprile, aprendo parzialmente le scuole materne e alcune piccole imprese. La seconda fase di normalizzazione è iniziata questa settimana con l'apertura di negozi al dettaglio e dei centri commerciali. Sono di nuovo consentiti anche gli sport professionistici. Lunedì prossimo nel Paese riapriranno caffè e ristoranti, sempre con misure di distanziamento e speciali precauzioni igieniche. Le autorità hanno ridotto la distanza minima necessaria tra due persone da due a un metro, a eccezione di coloro che fanno parte di gruppi a rischio. La terza fase inizierà ai primi di giugno ed è quella che comprende musei, cinema, teatri e sport nelle strutture al coperto. Il numero di persone ammesse salirà da 10 a 30 o a 50. La quarta fase, prevista per agosto, interesserà altre attività come discoteche e palestre.

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