Leone Cecil: il dentista assediato dalle proteste costretto a chiudere lo studio
Anche se ancora non c'è nessun provvedimento giudiziario a suo carico, il dentista Usa Walter Palmer che ha ammesso di aver partecipato all'uccisione di Cecil, leone simbolo dello Zimbabwe, sta già subendo le prime conseguenze del suo gesto. Dopo la diffusione della sua identità infatti contro di lui si sono scatenate migliaia di proteste in tutto il mondo. Anche se è partita dal web, la reazione dei manifestanti si è però estesa tanto da costringere l'uomo a chiudere il suo studio, almeno momentaneamente. Centinaia di manifestanti infatti hanno di fatto assediato lo studio odontoiatrico dell'uomo nel Minnesota esprimendo sdegno per la sua impresa con cartelli, slogan e pupazzi di animali. Secondo quanto riportato dall'emittente locale KMSP, un'affiliata della Fox, il dentista statunitense avrebbe scritto un avviso ai suoi pazienti per dire loro che al momento non gli è possibile continuare la sua attività lavorativa e consigliando di rivolgersi ad un altro studio medico.
Palmer al momento comunque ancora non si è fatto vedere in pubblico né ha voluto rispondere alle domande dei gionalisti. In un nota rilasciata nelle scorse ore si dichiarava rammaricato per la morte di Cecil, un leone di 13 anni star del parco di Hwange, ma ribadiva anche di non sapere dell'animale e di essere convinto che la sua battuta di caccia fosse legale. Se sarà riconosciuto colpevole di caccia illegale in un'area protetta, rischia una durissima condanna e l'estradizione. Intanto invece i due uomini che sono accusati di averlo aiutato nell'uccidere il Leone Cecil sono già comparsi davanti ai giudici in tribunale nello Zimbabwe. Per Honest Trymore Ndlovu, il proprietario del terreno su cui è stato attirato Cecil per essere ucciso non è stata formalizzata nessuna accusa ed è stato rilasciato, mentre per Theo Bronkhorst, il cacciatore professionista che Palmer dice di aver pagato, è stato rilasciato con una cauzione di mille dollari. Se condannato per non avere impedito una caccia illegale rischia fino a 15 anni di carcere.