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Guerra in Ucraina

“Lei dormiva, io giocavo con nostra figlia”: così Oleg ha perso Katia in un bombardamento russo

Nei bombardamenti dei russi su Zhytomyr (150 chilometri di Kiev), colpita anche un’abitazione: Katia, 29 anni, muore sotto le macerie di casa sua. “Un attimo prima è andata a dormire, io giocavo con nostra figlia di un anno e mezzo in salone. Un attimo dopo c’è stato il nulla”, ha raccontato il marito Oleg Rubak, 32 anni.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un violento bombardamento su Zhytomyr, 150 chilometri ad ovest di Kiev, ha distrutto tantissime abitazioni "colpevoli" solo di trovarsi poco lontano da un accampamento militare ucraino. I missili hanno centrato, tra le tante, anche la causa di Oleg Rubak, 32 anni, colpendo l'abitazione di lato e alle spalle, creando un cratere profondo cinque metri. Nell'impatto, Oleg è sopravvissuto, ma la sua casa è ridotta ad un cumulo di macerie: e sotto di queste è rimasta la moglie Katia, 29 anni, che non ha avuto scampo. Lo ha raccontato lui stesso, quasi incredulo di essere ancora vivo, ai cronisti che stanno raccontando in diretta la guerra della Russia all'Ucraina.

"Spero sia in paradiso e sia bene"

"Un minuto prima è andata a dormire, un attimo dopo c'era il nulla", ha spiegato Oleg Rubak all'agenzia di stampa AFP, tra le prime a raccontare la sua triste vicenda. Dietro di lui la casa distrutta, "che non è più una casa, non è neppure una stanza, forse è solo l'inferno", ha detto tra le lacrime. Salva anche la figlia di un anno e mezzo, che era con lui in salone dove stavano giocando. Anche la piccola, come il padre e la madre, era rimasta sotto le macerie: ma per fortuna è stata trovava viva. "Katia amava due cose, me e nostra figlia. Spero ora sia in paradiso e che stia bene".

Oltre 200 i morti tra i civili in Ucraina

Al momento sono almeno 227 i civili uccisi in Ucraina, in cinque giorni di conflitto, secondo fonti ufficiali del Governo di Kiev. Ma il numero potrebbe essere terribilmente sottostimato, così come altri 525 civili che sarebbero rimasti feriti. Si teme che le vittime e i feriti possano essere maggiori, ed un bilancio più preciso lo si potrà avere solo quando le armi si spegneranno per qualche giorno: a questi si aggiunge il milione di persone che ha già lasciato il paese, le migliaia di vittime tra i soldati dei due eserciti. Un bilancio che in meno di una settimana ha già assunto contorni drammatici.

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