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Conflitto Israelo-Palestinese

“Legittimo stuprare un detenuto palestinese”: bufera in Israele dopo le parole di un uomo di Netanyahu

Nove soldati israeliani sono stati arrestati con l’accusa di stupro nei confronti di un detenuto palestinese. L’estrema destra al governo con Netanyahu solidarizza con loro, e un parlamentare del partito del premier ha detto che “è legittimo inserire un bastone nel retto di una persona, se si tratta di un militante di Hamas”.
A cura di Davide Falcioni
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I fatti, prima di tutto. Nove riservisti dell'Esercito Israeliano sono stati arrestati ieri nell'ambito di un'inchiesta su "sospetti gravi abusi su un detenuto palestinese" nel carcere di Sde Teiman, nel sud di Israele. Il centro non è nuovo alle cronache. Si tratta infatti del luogo in cui la stragrande maggioranza dei detenuti di Gaza sono stati interrogati o trattenuti dall’inizio della guerra. Le pratiche di detenzione in questo penitenziario tuttavia hanno attirato ripetute accuse di maltrattamenti e abusi da parte di Israele nei confronti dei prigionieri palestinesi.

I nove indagati sono stati condotti alla base di Beit Lid, quartier generale del tribunale militare, per essere interrogati da un magistrato al fine di accertare cosa sia accaduto. L'accusa nei loro confronti è infatti di quelle gravi: i nove, alcuni dei quali appartenenti all'unità speciale dell'esercito Force 100, avrebbero sodomizzato un prigioniero palestinese. Secondo una fonte della sicurezza israeliana, il detenuto è stato portato in ospedale con gravi ferite all'ano, lesioni così dolorose da impedirgli di camminare.

Alcuni degli indagati sono assistiti dall'avvocato Nati Rom di Honenu, un gruppo di assistenza legale israeliano di estrema destra, il quale ha dichiarato che i suoi clienti negano tutte le accuse contro di loro. Gli altri riservisti detenuti sono invece rappresentati dal principale avvocato difensore dell’esercito, che al momento non ha risposto a una richiesta di commento. Le indagini su quanto accaduto a Sde Teiman sono dunque solo all'inizio.

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La solidarietà degli estremisti israeliani ai soldati arrestati

La notizia dell'arresto di nove soldati israeliani accusati di violenza sessuale ha immediatamente scatenato una crisi. Centinaia di manifestanti, per lo più ebrei ortodossi ed estremisti di destra, hanno preso d'assalto sia la base di Beit Lid che il centro di detenzione di Sde Teiman. Le tensioni, come dimostrano molti video pubblicati online nelle ultime ore, sono aumentate quando una folla di civili, che sventolavano bandiere israeliane, ha fatto irruzione nella base attraverso i cancelli di metallo per sostenere i riservisti detenuti.

Nel tardo pomeriggio, l’esercito ha dichiarato che la polizia e i soldati avevano allontanato i manifestanti dalla base, e in serata persino il capo di Stato Maggiore delle IDF è stato costretto ad intervenire: "Entrare in una base militare e disturbarne l'ordine è un comportamento grave che non è in alcun modo accettabile", ha affermato il tenente generale Herzi Halevi, che però è stato accolto da una selva di fischi e da cori con la richiesta di dimissioni.

I ministri di Netanyahu solidarizzano con i soldati arrestati

Il dibattito sulla sorte dei nove detenuti però non è rimasto circoscritto alla "piazza". Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dovuto sospendere le riunioni sulla crisi con il Libano ed ha invitato alla calma, affermando di "condannare fermamente l'irruzione" dei manifestanti nelle due strutture statali. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha affermato che "l'assalto di una base delle IDF da parte di civili è un incidente grave, che danneggia gravemente la democrazia israeliana e fa il gioco del nostro nemico durante la guerra". Persino il presidente Isaac Herzog ha fatto appello alla calma affermando che Israele è "uno stato rispettoso della legge. Chiedo a tutti i membri della Knesset di essere responsabili e di calmare immediatamente la situazione".

L'accorato appello del presidente Herzog è però caduto nel vuoto. Mentre sono in corso le indagini sull'operato dei nove riservisti arrestati, infatti, molti politici di estrema destra, compresi alcuni ministri del governo Netanyahu, si sono affrettati a difendere i soldati e hanno chiesto all'esercito di interrompere le indagini su di loro. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha pubblicato un videomessaggio su X in cui ha chiesto al procuratore generale militare di togliere le mani dagli "eroici guerrieri" israeliani. Il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir e altri membri del suo partito di estrema destra hanno annunciato che si sarebbero recati a Sde Teiman per chiedere il rilascio immediato degli indagati, mentre il presidente della Commissione per gli affari esteri e la difesa della Knesset, Yuli Edelstein, ha annunciato che avrebbe tenuto un'udienza oggi per discutere degli arresti, affermando: "I nostri soldati non sono criminali e questa spregevole caccia è per me inaccettabile".

"Legittimo inserire un bastone nel retto di un detenuto palestinese"

Surreale l'affermazione di un membro partito Likud, lo stesso del primo ministro Netanyahu. Intervenendo lunedì a una riunione di parlamentari della Knesset, Hanoch Milwidsky ha giustificato lo stupro e gli abusi sui prigionieri palestinesi, accusando i colleghi che avevano osato dubitare sulla correttezza di questa pratica. Quando gli è stato chiesto se fosse legittimo "inserire un bastone nel retto di una persona", Milwidsky ha risposto: "Sì! Se si tratta di un Nukhba (militante di Hamas, ndr), tutto è legittimo! Tutto!".

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