L’Ecdc sulla nuova variante Covid Kraken: “Può far salire contagi in Europa ma non a gennaio”
La nuova variante Covid ribattezzata Kraken può far salire i contagi anche in Europa, dopo essere stata rilevata negli Stati Uniti, ma non a gennaio. È quanto hanno dichiarato oggi gli esperti dell'Ecdc, l'European Centre for Disease Prevention and Control, che hanno dedicato proprio alla sottovariante di Omicron Xbb.1.5 l'ultimo aggiornamento pubblicato.
Secondo gli infettivologi dell'Ecdc Kraken "non è associata a una maggiore riduzione della neutralizzazione da parte dei vaccinati e dei guariti rispetto a Xbb.1″. Mentre il vantaggio di "Xbb.1.5 rispetto a Xbb.1 potrebbe essere causato da un aumento della trasmissibilità intrinseca", precisano, aggiungendo che "questa variante ha la potenzialità di far aumentare i casi Covid in Europa ma non a gennaio, poiché è attualmente presente solo a livelli molto bassi".
Ad oggi "sono 4.770 le sequenze depositate in Gisaid EpiCoV appartenenti a Xbb.1.5 con il profilo mutazionale nella regione ‘Spike' Q183E, F486P e F490S – ricordano gli esperti Ecdc -. La maggior parte di queste segnalazioni proviene dagli Stati Uniti (4.111) e dal Regno Unito (202 ) ma la variante è stata rilevata anche in diversi altri Paesi: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Svezia".
Secondo l'Ecdc "nelle ultime due settimane del 2022 la prevalenza di Xbb.1.5, rispetto ad altre varianti, è inferiore al 2,5% per tutti i paesi in cui è possibile stimare con precisione le proporzioni della variante".
Secondo i Cdc Usa, il tempo di raddoppio di Xbb.1.5 avviene in 9 giorni, e attualmente la variante negli Stati Uniti è al 27,6%. "Non è ancora chiaro se la variante diventerà dominante negli Stati Uniti nelle prossime settimane – ha sottolineato ancora l'Ecdc -. La rapida crescita negli Stati Uniti non significa necessariamente che la variante diventerà dominante in Europa. Questo perché durante la pandemia sono state osservate più volte importanti differenze nella circolazione delle varianti tra il Nord America e l'Europa".