Le suore di clausura possono usare i social “ma con sobrietà”, lo dice il Vaticano
Anche le suore di clausura possono accedere ai media e utilizzare i social ma devono farlo “con sobrietà e discrezione” per non “svuotare il silenzio contemplativo”, riempiendolo di “rumori, di notizie e di parole". La “regola” arriva dal Vaticano, secondo cui l’uso dei mezzi di comunicazione – come precisato nell'Istruzione “Cor Orans” della Congregazione per gli istituti di vita Consacrata – può essere consentito ma “per motivo di informazione, di formazione o di lavoro, con prudente discernimento, ad utilità comune”. Il richiamo della Santa Sede è di salvaguardare ciò che nella vita di clausura è ritenuto necessario, ovvero il silenzio e il distacco dal mondo. L'Istruzione, presentata da monsignor José Rodríguez Carballo, arriva in un momento in cui – ha spiegato il segretario della Congregazione – ci sono 37970 suore di clausura nel mondo, “non poche in questo contesto di crisi vocazionale”. La risposta alla crisi, secondo la Santa Sede, non deve comportare uno stravolgimento del proprio stile di vita. Le regole di sempre vanno insomma mantenute. Per questo i mezzi d’informazione devono quindi essere usati con “sobrietà e discrezione, non solo riguardo ai contenuti ma anche alla quantità delle informazioni e al tipo di comunicazione, affinché siano al servizio della formazione alla vita contemplativa e delle comunicazioni necessarie, e non occasione di dissipazione o di evasione della vita fraterna”.
I precedenti casi di suore sui social – Il fenomeno delle suore che utilizzano i social era esploso già anni fa spaccando l’opinione pubblica. Aveva ad esempio fatto riflettere e anche sorridere la risposta social delle clarisse cappuccine di Napoli alla comica Luciana Littizzetto la quale aveva commentato con una battuta un video diventato virale che le vedeva “assalire” papa Francesco durante una sua tappa al duomo. Poco dopo la battuta della comica in tv era arrivata la altrettanto ironica replica social della madre badessa.