Le studentesse rapite da Boko Haram supplicano il governo: “Liberate i terroristi”
Il governo nigeriano ha dichiarato di aver aperto un canale di contatto con i miliziani del gruppo Boko Haram in seguito alla pubblicazione di un filmato che ritrae alcune delle ragazze rapite dal gruppo terroristico di stampo islamico nell'aprile del 2014. "Le loro bambine sono ancore nelle nostre mani, circa 40 tra loro sono andate in sposa per volere di Allah, altre sono morte nei bombardamenti aerei", dichiara durante il video un terrorista di Boko Haram a volto coperto.
Il rapimento delle 276 studentesse avvenuto due anni fa in Nigeria suscitò un'ondata di indignazione in tutto il mondo – tanto che venne creata "Bring back our girls", una campagna di sensibilizzazione che divenne virale in tutto il mondo dopo la presa di posizione della moglie del presidente degli Stati Uniti, Michelle Obama – ma a distanza di molti mesi l'episodio sembra essere stato ormai dimenticato. Nel 2015 l'esercito nigeriano dichiarò di aver liberato alcune delle ragazze rapite dai miliziani islamici, ma in seguito le indagini chiarirono che si trattava di ragazze rapite in altri momenti e che non avevano a che fare con il gruppo delle 276 studentesse. Nel video, che dura 11 minuti, quello che si suppone essere il portavoce del gruppo jihadista chiede ai genitori delle ragazze rapite di esigere dal governo centrale la liberazione delle giovani in cambio di quella dei militanti di Boko Haram detenuti nelle prigioni della Nigeria.
A un certo punto una delle ragazze rapite viene invitata a parlare e la giovane chiede ai propri genitori di premere affinché il governo liberi i terroristi, così da poter tornare in libertà: "I nostri genitori devono essere pazienti e dire al governo di liberare i membri del gruppo, affinché il gruppo possa liberare noi", si sente dire nel video. Infine il monito dello jihdista incappucciato: "Se cercherete di liberarle con la forza, pagheranno con la vita".