Le richieste militari dell’Ucraina: quello che Zelensky ha chiesto e non ha avuto
No-fly zone, sistemi di difesa antiaerea S-300 e aerei da combattimento MiG-29. Sono solo alcune delle richieste militari giunte dall'Ucraina all'occidente, richieste che non sarebbero state accontentate e che hanno spinto il presidente ucraino Zelensky a reiterarle sottolineando la pericolosa avanzata delle truppe russe nel Paese.
In più di un'occasione infatti, l'ultima volta anche dinanzi al Congresso Usa dove è intervenuto in collegamento video, Zelensky ha chiesto di chiudere i cieli dell'Ucraina per impedire alle forze d'aviazione russe di effettuare attacchi aerei sulle città ucraine: una no-fly zone dunque che richiederebbe l'intervento della NATO e delle forze aeree militari necessarie al controllo dei cieli. La Russia potrebbe interpretarlo come un atto di guerra da parte dell'alleanza fra Paesi dell'Europa e dell'America del Nord che potrebbe portare a un inasprimento del conflitto. Da qui il rifiuto, ribadito tutt'ora, a istituire una no-fly zone.
Fortemente dibattuta anche la richiesta da parte del governo ucraino di rifornire il proprio esercito di aerei da combattimento MiG-29, di fatto il principale caccia in uso ai Paesi ex sovietici, fra cui appunto la stessa Ucraina che ne ha persi un gran numero da quando è stata invasa dalle forze russe. Da qui la richiesta di rifornimento di questi aerei che i piloti ucraini sarebbero già addestrati a pilotare. Ma anche in questo caso l'avvertimento da parte della Russia secondo la quale la consegna degli aerei all’Ucraina sarebbe una chiara provocazione ha spinto gli Stati Uniti a fare un passo indietro. Una settimana fa la Polonia si è detta disposta a trasferire i propri MiG-29 agli Usa, ma il Pentagono ha definito la proposta della Polonia non "sostenibile" e troppo rischiosa: "La prospettiva di caccia ‘a disposizione del governo degli Stati Uniti d'America' in partenza da una base USA/NATO in Germania per volare nello spazio aereo conteso con la Russia per l'Ucraina solleva serie preoccupazioni per l'intera alleanza NATO", ha detto John Kirby.
Infine l'Ucraina ha chiesto sistemi di difesa antiaerea S-300. Questo sistema missilistico terra-aria a lungo raggio che può colpire bersagli che sono sia più alti sia più lontani di quanto siano progettati i missili Stinger. Al momento non si è mai parlato della possibile fornitura di S-300, sistemi che oltre alla Slovacchia sono in dotazione di altri due Paesi membri della Nato: Grecia e Bulgaria. E in questo caso potrebbe essere la Slovacchia a trasferire i suoi sistemi di difesa aerea S-300 all’Ucraina. È quanto riferito dalla portavoce del ministero della Difesa di Bratislava, Martina Koval Kakascikova. I sistemi di difesa antiaerea di produzione sovietica potrebbero essere preziosi per contrastare gli attacchi aerei russi contro le città ucraine e altri obiettivi.