Le richieste di Putin a USA ed Europa per evitare la guerra in Ucraina
Ore cruciali per gli sviluppi della crisi tra Russia e Ucraina. Mentre proseguono gli incontri diplomatici per risolvere il conflitto senza una escalation di violenza, si attende domani per capire se le notizie rilanciate dalla stampa americana e basate su dichiarazioni dell'Intelligence circa una possibile invasione russa dell'Ucraina siano fondate o meno. Nei giorni scorsi è stato lo stesso presidente Vladimir Putin a dirsi disponibile a negoziare con Nato e Stati Uniti sul fronte della sicurezza in Europa. Intenzione, questa, confermata proprio oggi anche dal ministro degli Esteri, Serghei Lavrov: "Continueremo il dialogo con gli Usa e la Nato, possiamo avere risultati", ha dichiarato. Ma quali sarebbero le richieste del numero uno del Cremlino che, se soddisfatte, potrebbero evitare lo scoppio di una guerra sul campo?
Il non ingresso nella Nato di Ucraina e Georgia
Alla base della crisi ucraina c'è il braccio di ferro tra la Russia e la Nato. Già dal 2008 Kiev lavora per entrare a far parte dell'Alleanza Atlantica. Ma Mosca si oppone strenuamente a questa possibilità, temendo che i Paesi occidentali, Usa in primis, possano servirsi del territorio ucraino per stabilirvi basi e radar. In altre parole, il Cremlino vuole mantenere la sua sfera d’influenza nell’aerea, e vuole che la Nato rinunci alle sue attività nell’Est Europa. La situazione è precipitata circa un anno fa, quando la stessa Nato ha violato una promessa (verbale) fatta dagli americani a Gorbaciov ai tempi dell'Urss cominciando a espandersi nei paesi ex Unione Sovietica. Oggi Putin chiede che sia l'Ucraina che la Georgia, come scrive il Corriere della Sera, non entrino nella Nato con una garanzia legale, cosa per altro che al momento appare comunque poco probabile, perché, pur essendo l'adesione all'Alleanza libera, in questi Paesi ci sono conflitti aperti. Si tratta di una delle clausole che ne impediscono l'adesione in base al testo sull’allargamento della stessa Nato del 1999.
Il ritiro della Nato dai Paesi ex Urss
Ma la Russia non chiede solo che Ucraina e Georgia non entrino nella Nato. Anzi, vorrebbe molto di più, e cioè il ritiro di tutti i soldati occidentali dai paesi entrati nella Nato dopo il 1997, quando cioè per la prima volta vennero invitati a entrare nell'Alleanza tre paesi che erano nel blocco sovietico: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria (che vi entrarono ufficialmente nel 1999), a cui si sono aggiunti poi Bulgaria, Romania, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania, Albania, Croazia, Montenegro e Macedonia del Nord.
L'annessione della Crimea e il nodo del Donbass
Mosca vorrebbe anche che venisse riconosciuta l’annessione della Penisola di Crimea, che fa parte ufficialmente dell'Ucraina anche se i suoi abitanti hanno passaporti russi. Putin ha annesso la Crimea nel 2014 quando il popolo ucraino cacciò l'allora presidente filorusso Viktor Yanukovich, instaurando un governo ad interim filoeuropeo non riconosciuto da Mosca. Altro nodo da risolvere è quello che riguarda il Donbass, regione nel Sud Est dell'Ucraina dove si trovano i due stati separatisti non riconosciuti, cioè le Repubbliche di Donetsk e Lugansk e dove la Russia, che chiede maggiore autonomia, si trova a scontrarsi con i nazionalisti ucraini. Qui la situazione potrebbe precipitare: se il governo decidesse di colpire gli interventisti, Mosca interverrebbe con mano pesante.