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Le Pussy Riot devono uscire dal carcere, lo dice il premier Medvedev

Il premier russo si “schiera” contro Putin parlando delle Pussy Riot, condannate a due anni di galera: secondo Medvedev le due esponenti del gruppo sono rimaste in carcere già molto tempo e dunque dovrebbero uscire.
A cura di Susanna Picone
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Il premier russo si “schiera” contro Putin parlando delle Pussy Riot, condannate a due anni di galera: secondo Medvedev le due esponenti del gruppo sono rimaste in carcere già molto tempo e dunque dovrebbero uscire.

Le Pussy Riot, band musicale femminile, sono state condannate a scontare due anni di reclusione per aver commesso atti di “teppismo motivato da odio religioso” in una chiesa ortodossa a Mosca: durante la loro performance cantarono degli slogan contro il presidente russo Vladimir Putin, slogan che, appunto, costringono attualmente due di loro a due anni di campo di lavoro. Ma non tutti, in Russia, sono d’accordo con la decisione del giudice e la condanna in carcere per le ragazze: le Pussy Riot, infatti, non dovrebbero essere ancora richiuse, almeno secondo il primo ministro Dmitri Medvedev. “Se fossi un giudice – ha detto l’ex capo del Cremlino citato da Ria-Novosti – io non le metterei in prigione”. Per Medvedev, che così si oppone a Putin, non è giusto che la band musicale debba scontare delle pene detentive: “Sono state già in prigione abbastanza a lungo”, ha fatto sapere il primo ministro.

Medvedev a favore delle Pussy Riot, nonostante l’”antipatia” – Attualmente, in seguito alla condanna in secondo grado, solo due delle tre componenti del gruppo (Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina) sono rimaste in carcere mentre Yekaterina Samutsevich ha conquistato la libertà vigilata (quest’ultima “è stata fortunata”, secondo Medvedev) e, appunto, secondo il premier le due ci sono state già per troppo tempo. In ogni caso, il giudizio di Medvedev nei loro confronti resta “negativo”, il premier conferma l’“antipatia” nei loro confronti e fa sapere che, indipendentemente dal suo pensiero, la competenza sul caso che ha suscitato tanto clamore in tutto il mondo resta comunque del tribunale, della difesa e della pubblica accusa. Medvedev già in passato aveva parlato della vicenda “che gli dava la nausea” delle Pussy Riot, che lui non considera quelle ragazze parte di una rock band, che nulla hanno a che fare con la musica.

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