Le politiche restrittive creano condizioni favorevoli al terrorismo, non le migrazioni
Non esiste "alcuna prova che la migrazione porti a un incremento delle attività terroristiche". A sfatare, ancora una volta, una tra le maggiori paure che riguardano l'immigrazione, è stato un recente rapporto dell'Onu, presentato in Assemblea Generale a New Yok da Ben Emmerson, relatore speciale dell’organizzazione sovranazionale sulla lotta contro il terrorismo e i diritti umani. Il dossier, però, dice di più: se da un lato non è la migrazione in sè ad aumentare il rischio attentati, dall'altro, "politiche migratorie restrittive o che violano i diritti umani possono creare condizioni favorevoli al terrorismo". Detto in parole povere: sarebbero più pericolosi i muri dei barconi.
Secondo Emmerson, infatti, questo tipo di politiche "introdotte a causa delle preoccupazioni sul terrorismo non sono giustificate, e possono in effetti essere dannose per la sicurezza dello Stato". Il rapporto nota come ci sia un "trend di misure anti-terrorismo legato alla gestione dei flussi transfrontalieri" che si basa sulla percezione che "i terroristi sfruttino i flussi di profughi per compiere atti di terrorismo o che i rifugiati siano in qualche modo più inclini alla radicalizzazione rispetto ad altri". Una percezione, però, "analiticamente e statisticamente non fondata", anche in considerazione del fatto che, ad esmepio, "la maggioranza delle persone in fuga dalla Siria e da altre regioni colpite sono vittime di terrorismo, nonostante siano viste come potenziali sospetti in prima istanza".
Le condizioni, invece, che "aiutano i terroristi" e "possono condurre a un aumento delle attività terroristiche" sono quelle politiche che "criminalizzano la migrazione irregolare", costruendo barriere, operando respingimenti e disattendendo gli impegni internazionali sui rifugiati. Pratiche che "limitano gli accessi ai territori sicuri e aumentano i movimenti nascosti delle persone, in particolare dei trafficanti". Per il rapporto Onu più ci si allontana da politiche che rispettano i diritti umani, la giustizia e la responsabilità, "più aiutiamo i gruppi terroristici". Va duque corretta l'errata percezione che il diritto internazionale sui rifugiati sia "un'ostacolo alla sicurezza dei paesi". Infatti, prosegue la relazione, "è in tutti i nostri interessi di proteggere i rifugiati e dare loro l'opportunità di creare un futuro migliore per se stessi e le loro famiglie", ed è "anche la cosa giusta da fare".