Le Pen spiega perché si è fatta finanziare la scorsa campagna presidenziale da una banca russa
Si è svolto stasera il dibattito televisivo tra i due sfidanti nella corsa per l'Eliseo, il presidente uscente Emmanuel Macron e la candidata dell'ultra destra Marin Le Pen. Il duello sarà decisivo per il ballottaggio di domenica 24 aprile, così come 5 anni fa, nel 2017, fu un faccia a faccia tv a determinare la vittoria di Macron. In questo caso una parte importante del confronto è dedicata inevitabilmente alla guerra in Ucraina, e il presidente uscente non si fa sfuggire l'occasione di attaccare la leader del Rassemblement national, colpendola sul suo punto debole, cioè i suoi legami con la Russia e con Putin.
Macron ha ricordato il prestito chiesto dall'avversaria a una banca russa in occasione delle elezioni del 2017, per finanziare la campagna elettorale: "È sempre stata ambigua su questo tema perché lei non è in una situazione da potenza a potenza, i suoi interessi sono legati a quelli della Russia".
Il presidente uscente ha detto esplicitamente che Le Pen è stata "tra le prime parlamentari a riconoscere il risultato dell'annessione della Crimea dalla Russia. Così è stato, e lo dico con molta gravità, perché lei è dipendente dal potere russo e dal signor Putin". Quando parla con la Russia, ha proseguito, "lei parla col suo banchiere" e non con dirigenti di un altro Paese. E ancora: "Forse è per questo che quando bisogna assumere scelte coraggiose né lei né i suoi rappresentanti sono presenti all'appuntamento". Macron ha anche sottolineato che la Le Pen non ha ancora restituito quanto le era stato versato.
Ma Le Pen si è difesa, spiegando che nessuna banca francese in quel periodo aveva voluto prestarle del denaro: "Se sono stato costretta ad andare a fare un prestito all'estero è perché nessuna banca francese ha accettato di concedermelo". E la colpa di quesi rifiuti sarebbe stato dello stesso Macron, perché "al tempo, ovvero nel 2015, era ministro dell'Economia".
Le Pen ha rispedito al mittente le accuse: "Non posso lasciarle dire che non stiamo saldando il debito. Lo stiamo facendo mese per mese, ma ci vorrà del tempo. Siamo un partito povero, ma questo non è disonorevole". Allo stesso tempo, la leader del Rassemblement national ha affermato che "le banche francesi danno l'impressione di scegliersi i candidati" e ha attaccato il presidente per non aver mai dato corso alla promessa di creare una "banca nazionale della democrazia".