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Le nuove regole della Chiesa: meno effusioni durante il segno della pace

Il Vaticano chiede alle conferenze episcopali di rendere lo scambio della pace, il saluto tra i fedeli durante la messa, più sobrio, senza confusioni né via vai di persone, e anche senza particolari canti.
A cura di Susanna Picone
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Il momento durante il quale i fedeli si salutano durante la messa non deve essere uno show. Lo scambio della pace deve essere più sobrio, in chiesa non deve regnare la confusione e dunque non deve esserci un via vai di persone e non devono esserci nemmeno canti particolari ad accompagnare il rito. A deciderlo è il Vaticano che ha chiesto, appunto, alle conferenze episcopali di rendere il momento del segno della pace meno “teatrale”. La Congregazione, invitando dunque alla moderazione, ha diffuso un decalogo di buon comportamento ai vescovi chiamati a farlo applicare nelle diocesi: niente canti, il fedele in chiesa non deve muoversi dal proprio posto, il prete non deve scendere dall’altare per baciare e abbracciare. Tra l’altro i fedeli sono pregati dall’astenersi da manifestazioni di felicità o di cordoglio, ma sono invitati a non turbare il clima di raccoglimento in vista del sacramento dell’Eucarestia. Il rito dello scambio della pace non cambierà, infatti, collocazione durante la messa, ma resterò appunto prima della distribuzione della Comunione. Lo scambio della pace, insomma, non deve essere uno show, ma deve preparare il fedele a ricevere Gesù nell'eucaristia.

Dello scambio della pace aveva parlato Papa Ratzinger

Questo il contenuto dell'ultima disposizione emanata – con approvazione papale avvenuta lo scorso 7 giugno – dalla Congregazione per il culto divino il cui prefetto, il cardinale spagnolo Antonio Cañizares Llovera, lascerà presto Roma essendo stato nominato arcivescovo di Valencia. Del momento dello scambio della pace durante la messa in passato aveva parlato anche Papa Benedetto XVI il quale nell’esortazione post-sinodale Sacramentum caritatis del 2007 rilevava “l’opportunità di moderare questo gesto, che può assumere espressioni eccessive, suscitando qualche confusione nell’assemblea proprio prima della Comunione”.

Le reazione dopo la nuova direttiva della Chiesa

Come scrive Il Tirreno, la singolare direttiva fa comunque discutere. Massimo Toschi, ex assessore regionale alla pace e figura di primo piano del mondo cattolico, ha per esempio detto che “la buona educazione non può sostituire la passione per il vangelo e dunque nelle celebrazioni liturgiche deve apparire la passione e non la buona educazione”. Anche don Paolo Tofani, parroco di Agliana, si è detto contrario alla direttiva vaticana: “Nella messa si ripropongono le relazioni quotidiane, non si può dividere la vita dalla liturgia, e quindi nel segno della pace si rivive il senso dell’amore e dell’amicizia tra le persone”.

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