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Le mogli dei marò Latorre e Girone a Sanremo: “Due anni di ingiustizie”

Vania Ardito e Paola Moschetti, le mogli dei due militari italiani detenuti in India, sono a Sanremo. Invitate ad assistere al Festival, le compagne di Latorre e Girone hanno spiegato che i loro posti in teatro resteranno vuoti per segnalare l’assenza dei due fucilieri dall’Italia.
A cura di S. P.
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Le mogli dei due marò italiani accusati di omicidio in India sono a Sanremo, invitate dal Comune per assistere alla serata inaugurale del Festival. Vania Ardito, moglie di Salvatore Girone, e Paola Moschetti, compagna di Massimiliano Latorre, hanno incontrato i giornalisti nella sala stampa dell’Ariston dove hanno “risposto” all’invito del Comune. Hanno detto che questa sera non entreranno al Teatro Ariston per assistere al Festival, i loro due posti resteranno vuoti per segnalare l’assenza dei due fucilieri dall’Italia. “Ringraziamo il sindaco per l’invito – così le due compagne dei marò in India – ma non abbiamo la predisposizione d’animo giusta per assistere a una festa, alla festa della musica”. Da parte sua Maurizio Zoccarato, primo cittadino di Sanremo, aveva parlato dell’invito come del minimo da fare per far sentire alle compagne dei militari la loro vicinanza e per alleviare un po’ della loro sofferenza.

“Siamo qui per dare voce a un'ingiustizia che dal 2012 Salvatore e Massimiliano stanno subendo. Vogliamo che il messaggio arrivi oltre i confini nazionali. Un’ingiustizia che due militari italiani in missione hanno subito da un governo con un inganno iniziato il 15 febbraio del 2012: da allora sono iniziati due anni di rinvii”, così le due donne ai cronisti chiedendo il rientro dei loro cari.Vania Ardito e Paola Moschetti hanno comunque detto di non aver perso la fiducia nelle istituzioni: “Questo è il terzo governo che si istituisce, ma la nostra fiducia resta: sono loro che devono portare a casa Salvatore e Massimiliano”. E sul caso dei marò, in seguito all’ennesimo rinvio arrivato oggi, è intervenuta di nuovo anche l’Ue. La portavoce di Catherine Ashton, Maja Kocijancic, ha ribadito la loro preoccupazione per la vicenda: “Abbiamo chiaramente detto che siamo molto preoccupati, perché se ci sarà un capo d’imputazione (sulla base della legge anti-terrorismo) come previsto al momento ci saranno conseguenze importanti sulla nostra lotta contro la pirateria”.

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