Le lacrime di Marco Zennaro dal carcere in Sudan: “Fate qualsiasi cosa ma tiratemi fuori da qui”
"Fate qualsiasi cosa ma tiratemi fuori di qui!", sono queste le parole che Marco Zennaro ha rivolto ai suoi famigliari dalla cella del commissariato di Khartoum in Sudan dove è stato riportato nei giorni scorsi. Due le immagini che la famiglia dell'imprenditore 46enne, detenuto da più di due mesi per un'accusa di frode dai contorni poco chiari, ha voluto rilasciare alla stampa: una è stata scattata dopo le lunghe settimane di detenzione in commissariato in una stanza con altre decine di detenuti prima essere portato temporaneamente nel carcere e lo ritrae con barba incolta e capelli lunghi, un'altra invece è stata scattata nei giorni scorsi dai suoi famigliari durante una videochiamata. La disperazione per essere tornato nella cella del commissariato con 50 gradi, nessun letto dove dormire né la possibilità di prendere aria riassunte nelle lacrime dell'imprenditore veneziano il cui futuro sembra ancora piuttosto incerto.
Marco Zennaro ai domiciliari in albergo
Zennaro è stato posto agli arresti domiciliari in albergo in attesa du novità sui vari contenziosi a suo carico. A confermarlo sono fonti della Farnesina: i nuovi sviluppi sono arrivati negli ultimi minuti, dopo un lungo negozioato costantemente seguito dall'ambasciatore a Khartoum e dal Direttore Generale Luigi Vignali che si era recato in missione in Sudan nelle scorse settimane su indicazione del Ministro Di Maio. Zennaro dovrà restare nel Paese africano per affrontare diverse cause giudiziarie per frode.
In un tweet il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, aveva fatto sapere che la situazione dell'imprenditore veneziano avrebbe potuto sbloccarsi nel giro di pochi giorni grazie a un intervento del premier Draghi che avrebbe potuto rivelarsi risolutivo. A Fanpage.it i familiari di Marco avevano raccontato di un incontro tra le parti in presenza dell'ambasciatore nella capitale sudanese. Il contenuto del confronto, però, non era stato reso noto. "Marco ha finito ogni briciolo di energia rimasta – hanno dichiarato i parenti -. Chi sta lavorando sul suo caso deve capire questo. Ora non c'è più un attimo da perdere perché non ce la fa più per davvero".
Chi è Marco Zennaro e perché si trova in carcere in Sudan
La vicenda di Marco Zennaro è iniziato lo scorso metà marzo col suo arrivo in Sudan. L'imprenditore è arrivato nella capitale per risolvere un problema sorto successivamente a una vendita da parte della sua società, la "Zennaro Electrical Constructions", di trasformatori elettrici all'azienda sudanese Sedec. La controparte commerciale locale dopo l'acquisto aveva giudicato non conformi al contratto i prodotti venduti. All'imprenditore, però, appena giunto in Sudan gli è stato sequestrato il passaporto e gli è stata notificata una denuncia per frode con accuse mai del tutto chiarite. Da qui un lungo iter che lo ha portato prima a trascorrere due settimane in albergo, piantonato, poi 50 giorni in una cella del commissariato di Karthoum e poi in carcere. Intanto il mediatore della vendita Ayman Gallabi è stato ritrovato senza vita il 18 maggio nel Nilo, in una morte le cui circostanze vengono giudicate misteriose.