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Le foto dei marines coi resti dei cadaveri, l’ultima vergogna americana

Sono foto del 2010 pubblicate oggi dal Los Angeles Times nonostante il Pentagono avesse chiesto di non farlo. I soldati americani appaiono sorridenti accanto ai resti di alcuni kamikaze, braccia e gambe mostrate come trofei.
A cura di Susanna Picone
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Sono foto del 2010 pubblicate oggi dal Los Angeles Times nonostante il Pentagono avesse chiesto di non farlo. I soldati americani appaiono sorridenti accanto ai resti di alcuni kamikaze, braccia e gambe mostrate come trofei.

Delle foto shock che non possono non far aumentare ancor più la tensione tra il popolo afghano, costretto oggi a vedere nuove immagini che mostrano i soprusi subiti nel loro paese, e quello americano, patria dei soldati ritratti nelle stesse foto. Si tratta di immagini che, nonostante il governo americano abbia tentato di bloccarne la pubblicazione, sono apparse oggi sul Los Angeles Times. Risalgono al febbraio del 2010, siamo nella zona sud-orientale di Zabol, in Afghanistan, e ritraggono, appunto, alcuni soldati americani “insieme” ai corpi mutilati dei kamikaze afghani: braccia, gambe, sangue da mostrare ed esporre quasi come dei trofei.

Aperta un’inchiesta per individuare i responsabili – I marines, i “rappresentanti” della nazione americana che, invece di svolgere i loro compiti nel rispetto dei morti, si sono messi in posa e, con un bel sorriso e le loro divise, hanno scattato e conservato queste foto. Avrebbero dovuto, invece, solo prendere le impronte per identificare chi si era lasciato esplodere, le “operazioni standard”, insomma, che si fanno in questi casi e che probabilmente erano state svolte ma sicuramente non nel rispetto del caso. Un episodio vergognoso che, a un certo punto, qualcuno non ha più tollerato denunciandolo, attraverso le foto, proprio al Los Angeles Times che le ha ricevute da uno dei marines. La pubblicazione delle stesse ha spinto ovviamente l’esercito ad aprire un’inchiesta per punire i responsabili e anche il commento del Segretario alla Difesa Usa, Leon Panetta, che ha condannato l’episodio ma si è detto dispiaciuto per il fatto che il giornale abbia ignorato la richiesta del Pentagono di non pubblicare le foto.

Immagini shock che potrebbero portare nuova violenza – Per Panetta “queste immagini non rappresentano affatto i valori o la professionalità della grande maggioranza delle truppe americane in servizio oggi in Afghanistan”. Secondo quanto riferito dallo stesso, l’America avrebbe voluto evitare la pubblicazione di questo materiale che “potrebbe essere usato dal nemico per incitare alla violenza contro le forze americane e afghane nel Paese”. Materiale che tra l’altro arriva, come si è detto, in un periodo già estremamente teso dovuto, in troppi casi, proprio ai recenti episodi che hanno visto protagonisti in negativo altri soldati americani. In ordine cronologico gli ultimi tre che hanno fatto discutere: il video dei marines che urinavano sui cadaveri dei talebani, il rogo delle copie del Corano avvenuto nella base militare di Bagram e, per ultimo, il raptus omicida del sergente Bales che ha ucciso 17 civili afghani innocenti.

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