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Le email segrete del presidente siriano Assad

Il ‘Guardian’ pubblica il contenuto di varie email ricevute e inviate dalla famiglia Assad. I messaggi sarebbero stati intercettati dagli attivisti siriani.
A cura di Daniela Caruso
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Bashar al-Assad

Bashar al-Assad avrebbe chiesto pareri all'Iran su come gestire la rivolta contro il suo governo. Questo è quanto emergerebbe dalla cache di migliaia di messaggi di posta elettronica ricevuti e inviati da parte del leader siriano e di sua moglie. Assad è stato inoltre informato della presenza di giornalisti occidentali nel quartiere di Baba Amr di Homs e pare abbia esortato a "stringere il pugno di sicurezza" sull'opposizione che si è verificata in città nel mese di novembre. Tali rivelazioni sarebbero contenute in oltre 3.000 documenti: gli attivisti affermano che tali comunicazioni sono messaggi scaricati da conti privati appartenenti ad al Assad e sua moglie Asma. I messaggi, che sono stati ottenuti dal giornale inglese Guardian, sarebbero stati intercettati, tra il giugno e l'inizio di febbraio, dai membri facenti capo al gruppo d'opposizione del Consiglio Supremo della Rivoluzione. I documenti, che emergono nel primo anniversario della rivolta che ha visto oltre 8.000 siriani uccisi, mostrano un ritratto di una prima famiglia isolata dalla crisi del Paese, che, nonostante i conflitti, gode ancora di uno stile di vita lussuoso.

Dalle email emerge, infatti, che la moglie del presidente avrebbe speso miglia di dollari in acquisti in Rete per prodotti griffati, mentre lui avrebbe scaricato musica da iTunes, collegandosi dal suo iPad. Mentre il mondo guardava con orrore la brutale repressione delle proteste in tutto il paese e molti siriani rischiavano la vita a causa delle rivolte e della scarsità di alimenti, pare che la signora Assad avesse speso più di 15 mila dollari per candelieri, tavoli e lampadari provenienti da Parigi, incaricando un collaboratore di ordinare un apparecchio per la fonduta direttamente da Amazon. Il quotidiano britannico pare che abbia fatto notevoli sforzi per l'autenticazione delle e-mail e del contenuto da esse veicolato, anche se, come fa sapere il Guardian, non è stato possibile controllare l'intera corrispondenza.

Le e-mail dimostrerebbero che:

1) Assad ha creato una rete di collaboratori fidati che comunicavano con lui, mediante un account privato di posta elettronica, bypassando i livelli di controllo e sicurezza operati nel Paese sulle connessioni internet;

2) Il Presidente, alla luce delle riforme che aveva promesso di attuare, nel tentativo di disinnescare la crisi, avrebbe fatto riferimento alle "leggi spazzatura di partiti, elezioni, i media";

3) Una figlia dell'emiro del Qatar, Hamid bin Khalifa al-Thani, quest'anno avrebbe invitato i coniugi Assad a lasciare la Siria, per andare in esilio a Doha, capitale del Qatar;

4) Assad avrebbe eluso le sanzioni statunitensi, utilizzando un indirizzo statunitense per effettuare acquisti di musica e di applicazioni dallo store di iTunes;

5) al-Shahba, una società con sede a Dubai e ubicata anche a Londra, sarebbe stato un canale chiave per gli affari del governo siriano e per gli acquisti privati della signora Assad.

Gli indirizzi email usati, fanno riferimento al dominio alshahba.com, un gruppo di aziende a servizio del regime. La scomparsa dei suddetti account si sarebbe avuta nel mese di febbraio, secondo quanto riferito anche dagli attivisti, i quali per mesi hanno monitorato le caselle di posta elettronica, dalle quali hanno spesso ottenuto informazioni rilevanti sulle imminenti mosse del regime e di averle comunicate a Damasco. Le email, inoltre, sembrano mostrare come Assad avesse assemblato una squadra di collaboratori per ottenere consigli in merito alla strategia mediatica e al modo di porsi di fronte alle crescenti critiche internazionali riguardo ai tentativi messi in atto dal suo regime per subissare la rivolta.

Pare che il presidente abbia anche ricevuto un parere da Hussein Mortada, un influente uomo d'affari libanese, il quale intrattiene forti legami con l'Iran. Nel mese di dicembre, Mortada avrebbe esortato Assad di smettere di incolpare al-Qaida per un attentato avvenuto a Damasco, il giorno prima che gli osservatori della Lega araba arrivassero in Paese. Iran e Hezbollah sono stati accusati a lungo rivolta di fornire, sul campo, sostegno al regime di repressione, attraverso l'invio di soldati pronti a combattere a fianco delle forze del regime e con esperti informatici, che avevano il compito di identificare gli attivisti che utilizzavano Internet. Iran e Hezbollah negano tale coinvolgimento. Nella lista di coloro che hanno comunicato con l'account del presidente, ci sarebbe anche Khaled al-Ahmed, al quale sarebbe stato dato il compito di esprimere pareri su Idlib e Homs. Nel novembre, Ahmed avrebbe scritto ad Assad, invitandolo a "stringere la morsa di sicurezza per iniziare l'operazione di ripristino e controllo", proprio in queste parti del Paese.

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