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Le elezioni, i presunti brogli e le proteste in piazza: cosa sta succedendo in Georgia

Manifestazione imponente contro l’interferenza di Mosca nelle elezioni. La vittoria del partito filo-russo “accelera il distacco dall’Europa e dalle democrazie liberali”, dicono gli esperti sentiti da Fanpage.it. Cade un’altra tessera del domino avviato da Putin. Orbán subito in visita nella capitale georgiana, Bruxelles prende le distanze.
A cura di Riccardo Amati
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Si sono radunati in decine di migliaia sul viale Rustaveli. Avevano le bandiere europee con le 12 stelle e quelle nazionali con le cinque croci. Hanno cantato l’Inno alla Gioia. E gridato in coro “Sakartvelo”, che significa “Terra dei georgiani” ed è come chiamano il loro Paese. Sulla facciata del Parlamento, un laser tracciava nei caratteri pieni di curve del loro alfabeto la parola “furto”, e subito dopo la frase “potere al popolo”.

La Georgia vuole la democrazia e l'Europa, a giudicare dalle proteste di massa con cui i suoi cittadini hanno chiesto l’annullamento di elezioni che la loro presidente, Salome Zourabichvili, ha definito “rubate” con una “operazione speciale” da parte della Russia di Vladimir Putin.

Al di là delle emozioni, l’imponente manifestazione di lunedì notte a Tbilisi dimostra quanto sia profonda la crisi politica che si trascina da anni e che il voto del 26 ottobre ha complicato anziché risolvere. Il partito al potere, Sogno georgiano, ha da tempo sterzato, prima gradualmente e poi in modo drastico, verso l’autoritarismo e verso Mosca. Il successo elettorale non potrà che accelerare questa deriva.

Cade così un’altra tessera del domino. Putin e le autocrazie sembrano avere una marcia in più, rispetto al liberalismo democratico dell’Occidente.

Proteste corali con assolo ungherese

“Vi hanno rubato il voto e cercano di rubarvi il futuro, non dovete permetterglielo”, ha detto alla folla Salome Zourabichvili, capo di Stato senza alcun potere reale. Ha promesso che difenderà il cammino verso l’integrazione europea. Non si capisce come.

L’unica strada per tener vivo il sogno è spingere per un nuovo voto sotto supervisione nazionale, ha detto il leader della coalizione di opposizione Movimento nazionale unito, Giorgi Vashadze. Annunciando il boicottaggio delle sedute parlamentari e di ogni dialogo col governo.

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Nel bel mezzo della protesta, a sabotare l’Unione Europea è arrivato anche il premier ungherese Viktor Orbán, che dell’Unione è presidente di turno. Visita di due giorni: un assolo diplomatico come quello dell’omaggio a Putin nel luglio scorso. E come allora, Bruxelles ha subito preso le distanze dalla sua mina vagante: non ha alcun mandato, ha chiarito una portavoce della Commissione.

Orbán era stato il primo leader straniero a congratularsi con Sogno georgiano per il risultato elettorale. È sceso all’Hotel Marriot, in piazza della Libertà, a due passi dal viale Rustaveli e dal Parlamento. Guardaspalle piuttosto nervosi gli hanno aperto la strada fino alla limousine quando è uscito dall’albergo per andare a incontrare i suoi amici vincitori, tra i fischi e gli insulti della folla.

Il voto “rubato”

La Commissione elettorale centrale ha attribuito a Sogno georgiano poco meno del 55 per cento dei voti. Il partito afferma di voler continuare il processo per l’entrata nell’Ue, prevista dalla Costituzione. Ma con l’azione politica si smentisce in modo per tutti evidente. Secondo ricerche sociologiche recenti, almeno il 70 per cento dei georgiani è favorevole all’Europa. Il risultato elettorale, quindi, appare quanto meno anomalo.

“Quando siamo arrivati in Georgia, alla fine di settembre, i sondaggi davano il partito al potere tra il 32 e il 34 per cento. Un aumento del 20 per cento in cinque settimane è spiegabile solo col ricorso a interferenze e brogli”, dice a Fanpage.it il capo-delegazione degli osservatori elettorali inviati dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Pace), Iulian Bulai.

“Ho visto con i miei occhi gruppi di uomini intimidire gli elettori davanti ai seggi a Marneuli, vicino al confine azero, e organizzare il doppio voto. Il tutto a favore di Sogno georgiano”, racconta. Aggiunge che altri osservatori hanno visto episodi analoghi in più luoghi. Nelle zone rurali abitate da minoranze etniche, come Marneuli, il partito di governo è arrivato anche al 90 per cento.

Bulai farà un proprio rapporto su quanto ha visto. Andrà a integrare la dichiarazione comune degli osservatori elettorali di Osce, Parlamento europeo e Assemblea Nato. Tutto sommato cauta, anche se vi si parla esplicitamente di “regressione della democrazia” e di “irregolarità e pressioni”.

Ci sono dubbi anche sui dispositivi elettronici introdotti nei seggi per la conta dei voti. La novità è sospetta. L’agenzia Bloomberg ha rivelato, citando documenti di cui ha preso visione, che il Gru —  il servizio militare russo — ha hackerato la Commissione elettorale centrale della Georgia, e ha avuto accesso ai sistemi informatici di altre istituzioni.

Stati Uniti e Unione Europea hanno sollecitato indagini complete sui risultati.

“Operazione speciale”

Su una cosa, gli osservatori elettorali sono tutti d’accordo: al di là delle intimidazioni e dei trucchi ai seggi, l’interferenza di maggior peso è avvenuta prima del voto.

“Abbiamo constatato un'intensificazione delle campagne di disinformazione russe rivolte contro attori democratici, società civile e candidati filo-europei”, spiega a Fanpage.it Nino Dolitze, direttrice della Ong di monitoraggio Isfed. “È anche risultato evidente come i social media collegati alla Russia, da anni incentrati su messaggi anti-occidentali e anti-Ue, durante il periodo pre-elettorale abbiano cambiato strategia, puntando soprattutto al sostegno diretto del partito di governo”, afferma Dolitze.

“Questa ‘operazione speciale’, in corso da anni, ha portato adesso alla completa falsificazione delle elezioni, privando i georgiani del loro futuro europeo”, sostiene Gigi Gigiadze, ex ambasciatore della Georgia a Copenaghen, oggi in forza al think tank Cepa. “Sarà ricordata come una delle operazioni russe di guerra ibrida di maggior successo”, commenta con amarezza il diplomatico a Fanpage.it.

“C’è un modello preciso, lo stesso che abbiamo visto all’opera in Moldavia. Anche qui da noi un oligarca si è impossessato dello Stato grazie a denaro russo”, continua Gigiadze. Il riferimento è a Bidzina Ivanishvili, miliardario che ha fatto fortuna a Mosca, fondatore del partito Sogno georgiano ed eminenza grigia della politica del Paese. Ruolo parecchio simile a quello di Ilan Shor in Moldavia.

Dal sogno georgiano all’incubo russo

“I soldi di Mosca hanno finanziato una campagna vergognosa. Fondata sulla paura. Si è detto alla gente che se la Georgia sta con l’Occidente liberale subirà il destino dell’Ucraina. Si sono fatti cartelli elettorali con le foto delle città rase al suolo dall’esercito di Putin. Per non parlare delle minacce ai dipendenti pubblici di perdere ogni prestazione sociale se non addirittura il lavoro, in caso di vittoria dell’opposizione europeista”, lamenta l’esperto.

Il Cremlino ha smentito ogni interferenza. Anzi, ha accusato di manipolazioni elettorali l’Occidente. “I georgiani hanno vinto, Bravi” ha scritto su X la regina della propaganda putiniana Margarita Simonyan, capa del canale televisivo statale Rt. Il filosofo russo Aleksandr Dugin, ha definito “traditori” i georgiani all’estero, che hanno votato quasi tutti contro il partito di governo.

A proposito di espatriati, l’ex diplomatica Natalie Sabanadze ci ha raccontato di come abbia dovuto farsi sei ore di coda davanti all’ambasciata della Georgia a Londra, dove risiede, per poter votare. Lo stesso è successo a Parigi. A New York la coda è durata una notte intera. “È anche questo parte dello schema: si è voluto rendere il voto per quanto possibile scomodo per chi avrebbe certamente votato per l’Europa”, ha detto Sabanadze.

Secondo Gigi Gigiadze, con Sogno georgiano ancora al potere, la strada per l’Europa sarà sbarrata .

Nel giugno scorso, il partito ha fatto approvare leggi fotocopia di quelle utilizzate dal regime russo per reprimere la libertà di opinione. In settembre, ha esplicitato l’intenzione di dichiarare fuori legge “numerosi” gruppi politici di opposizione, se potrà contare su abbastanza voti in Parlamento. All’inizio di ottobre, ha introdotto leggi che limitano i diritti delle persone Lgbtq+. In linea con la narrativa del Cremlino sui “valori tradizionali”.

La tessera del domino

Tutte cose incompatibili con l’attuale status di paese candidato per l’Ue. Che ha già avvertito la Georgia: il proseguimento delle attuali politiche potrebbe portare a sanzioni personali, riduzioni degli aiuti economici e reintroduzione dei visti.

Gli Usa hanno in corso una completa rivalutazione delle relazioni con Tbilisi, congelando gli aiuti finanziari e interrompendo la cooperazione militare. E la Nato, per la prima volta, nel summit del luglio scorso non ha menzionato la Georgia come stato membro potenziale.

Il disimpegno è la cosa più semplice ma non la più saggia. Il sostegno agli europeisti georgiani sarebbe con ogni probabilità più produttivo. Ma servono coraggio, generosità e una visione politica comune. Cose che di questi tempi scarseggiano.

Intanto, Sogno georgiano “ha fatto sì che la Russia diventasse uno dei principali partner commerciali della Georgia, creando deliberatamente una leva economica a favore di Mosca nei confronti del nostro Paese”, nota Gigi Gigiadze.

Si sta formando una frattura a lungo termine, tra la Georgia e i suoi partner occidentali.

“Alla luce di queste elezioni, Mosca e i sostenitori delle autocrazie hanno vinto", conclude l’ambasciatore. “Se questa situazione dovesse persistere, il futuro della Georgia sarà cupo”.

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