Lascia morire di fame la figlia di 13 anni, madre a processo in Francia: “La torturava, pesava 28 chili”
Quando Amandine è morta, il 6 agosto 2020, aveva 13 anni, era alta 1.55 metri e pesava soltanto 28 chili. Ora la madre della ragazza, Sandrine Pissarra, 54 anni, è a processo a Montepellier, città nel sud della Francia, accusata di tortura e barbarie nei confronti della figlia.
La sentenza potrebbe arrivare già venerdì 24 gennaio e, se venisse riconosciuta colpevole, la donna potrebbe essere condannata all'ergastolo. Anche il compagno della 54enne, Jean-Michel Cros, di 6 anni più giovane, è imputato nel processo e rischia 30 anni per aver "privato la figliastra di cure e cibo" e di non aver fatto nulla per "salvarla da morte certa", come si legge nell'atto depositato dall'accusa e visionato dall'Afp.
Il giudice istruttore incaricato del caso ha affermato che "non c'erano dubbi" che Amandine abbia subito violenze da parte della madre, "il cui unico scopo era quello di trascinarla in un'agonia vergognosa e umiliante", riporta France24. Il caso ha scosso la Francia.
Fin da piccola la 13enne era stata presa di mira dalla madre, che la privava del cibo, le infliggeva continue punizioni e la rinchiudeva in un ripostiglio sorvegliata da alcune telecamere.
Secondo una valutazione psichiatrica eseguita sulla 54enne, Sandrine Pissarra, descritta da chi la conosceva come arrabbiata e violenta, stava cercando di "trasferire il suo odio" per il padre di Amandine, Frédéric Florès, da cui si era separata, sul corpo della figlia.
L'uomo si è costituito parte civile nel processo che si è aperto pochi giorni fa, lunedì 20 gennaio. Gli episodi più gravi, come ricostruiscono i quotidiani francesi, si sarebbero verificati a partire da marzo 2020, con il primo lockdown per il Covid, quando la bambina aveva smesso di andare a scuola.
Secondo il referto medico pubblicato dopo la morte, sopraggiunta per arresto cardiaco, la 13enne presentava tutti i segni di uno stato di dimagrimento estremo, associato a setticemia e possibile sindrome da rialimentazione inappropriata, Aveva anche perso diversi denti e le avevano strappato i capelli.
Interrogata subito dopo la morte della figlia, Pissarra aveva affermato che Amandine soffriva di disturbi alimentari, un'affermazione non confermata dalle successive indagini.
La donna, ex cameriera e madre di otto figli da tre diverse relazioni, aveva riferito che il giorno prima del decesso la figlia aveva accettato di ingoiare solo una zolletta di zucchero, un po' di composta e una bevanda ricca di proteine prima di iniziare a vomitare. Poi aveva smesso di respirare.