video suggerito
video suggerito

L’Arabia Saudita ha abolito la pena di morte per i bambini

Il governo saudita ha abolito la pena di morte per i minori, pratica che era formalmente ancora in vigore nei confronti degli autori dei crimini più gravi. Awwad Alawwad, presidente della Commissione governativa per i diritti umani, ha scritto in un tweet che il Paese ha deciso di mettere fine alle esecuzioni capitali per i reati commessi sotto i 18 anni di età.
A cura di Davide Falcioni
2.686 CONDIVISIONI
Immagine

Il governo saudita ha abolito la pena di morte per i minori, pratica che era formalmente ancora in vigore nei confronti degli autori dei crimini più gravi. Awwad Alawwad, presidente della Commissione governativa per i diritti umani, ha scritto in un tweet che il Paese ha deciso di mettere fine alle esecuzioni capitali per i reati commessi sotto i 18 anni di età, e che per i responsabili la pena verrà convertita in dieci anni di reclusione in un centro di detenzione minorile: "Il decreto – ha spiegato Awwad al-Awwad – ci aiuta a mettere a punto un codice penale più moderno e dimostra l’impegno del Regno a continuare con le riforme chiave in tutti i settori del nostro Paese come parte del (programma di riforme, ndr) Vision 2030, direttamente supervisionato dal principe ereditario Mohammed bin Salman".

L'abolizione della pena di morte per i minori è una delle decisioni più importanti nell'ambito di un programma di modernizzazione per un paese che non si è mai distinto per il rispetto dei diritti umani, e che secondo Amnesty International nel 2019 detiene il record storico di condanne a morte con 184 persone mandate al boia. La stragrande maggioranza dei condannati, in gran parte immigrati, avevano commesso reati legati al traffico di droga o omicidi.

Tra i casi più eclatanti denunciati da Amnesty International quello della richiesta di condanna a morte nei confronti di Murtaja Qureiris, arrestato a 13 anni e accusato di una serie di reati, alcuni dei quali commessi quando aveva solo 10 anni: il bambino avrebbe partecipato a manifestazioni contro il governo, aderito a un’organizzazione terroristica, lanciato bombe molotov contro una stazione di polizia e utilizzato delle armi da fuoco contro le forze di sicurezza. Qureiris, che ora ha 19 anni, è stato arrestato nel settembre 2014 e portato nel carcere minorile di al-Damman. Il ragazzino è stato tenuto in isolamento per un mese, picchiato e minacciato durante gli interrogatori.

2.686 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views