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L’Arabia Saudita annuncia che userà la forza contro le proteste

Il ministro degli Interni dell’Arabia Saudita non ha usato giri di parole: se nel paese saudita dovessero scoppiare disordini, come successo in Tunisia ed Egitto, le forze di sicurezza useranno la forza. Intanto l’oppozione ha fissato il giorno della rabbia per l’11 marzo.
A cura di Cristian Basile
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re abdullah arabia

Il vento di cambiamento e libertà che sta travolgendo il mondo arabo potrebbe non risparmiare l'Arabia Saudita, tanto che è stata organizzata per l'11 marzo nel paese la "giornata della rabbia" per chiedere al regime saudita riforme politiche ed economiche, un governo eletto dal popolo e la scarcerazione dei prigionieri politici. Dopo alcune concessioni da parte del regime, come il voto alle donne, il ministero degli Interni dell'Arabia Saudita ha subito chiarito la linea che adotterà il governo in caso di proteste.

Il ministro ha avvertito oggi che non esiterà ad impiegare le forze di sicurezza qualora i manifestanti tentino di alterare o infrangere il sistema, come comunicato in una nota, dal suo portavoce, il generale Mansur el Turki. "Le forze di sicurezza sono autorizzate legalmente per adottare le misure richieste contro tutti quelli che cercheranno di alterare l'equilibrio del sistema in qualunque modo" ha minacciato El Turki, il quale ha anche ricordato che le leggi nel regno saudita proibiscono categoricamente ogni tipo di manifestazione, marcia o protesta perchè "si contrappone ai principi della legge islamica, ai valori ed ai costumi della società saudita e perchè infrangono l'ordine pubblico oltre a danneggiare gli interessi pubblici e privati". Secondo il portavoce questo tipo di azioni "generano il caos, che a sua volt provoca spargimento di sangue, saccheggi e distruzione di proprietà pubbliche e private".

Lo scorso 23 febbraio il re saudita Abdullah bin Abdelaziz, appena tornato nel suo paese dopo tre mesi passati all'estero per un'operazione, ha annunciato un pacchetto milionario di aiuti economici e sociali per le classi sociali più disagiate. Aperture dettate dal forte timore che c'è in Arabia Saudita, che si ripetano le rivolte popolari che hanno portato alla fuga di Ben Ali in Tunisia, alle dimissioni di Mubarak in Egitto ed alla rivolta contro Gheddafi in Libia.

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