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L’appello di Papa Francesco ai politici: “L’aborto non può essere un diritto umano”

Papa Francesco rivolge un appello “a tutti i politici” affinché non considerino l’aborto come un “diritto umano”: “A prescindere dalle convinzioni di fede di ognuno, pongano come prima pietra del bene comune la difesa della vita di coloro che stanno per nascere. Non si lascino condizionare da logiche che mirano al successo personale o a interessi solo immediati o di parte, ma guardino sempre lontano”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Un vero e proprio “appello a tutti i politici” in tema di aborto. A rivolgerlo è Papa Francesco: il pontefice sostiene che quello all’aborto non può essere “presentato come un diritto umano”, al contrario di quanto spesso avviene, a suo giudizio, secondo una visione “purtroppo diffusa e radicata”. “A prescindere dalle convinzioni di fede di ognuno, pongano come prima pietra del bene comune la difesa della vita di coloro che stanno per nascere e fare il loro ingresso nella società, alla quale vengono a portare novità, futuro e speranza – sostiene Bergoglio parlando al Movimento per la vita -. Non si lascino condizionare da logiche che mirano al successo personale o a interessi solo immediati o di parte, ma guardino sempre lontano, e con il cuore guardino a tutti”.

Secondo Papa Francesco, “spegnere volontariamente la vita nel suo sbocciare è in ogni caso un tradimento della nostra vocazione, oltre che del patto che lega tra loro le generazioni, patto che consente di guardare avanti con speranza”. Il Movimento per la vita è stato ricevuto oggi in udienza da papa Bergoglio, alla vigilia della giornata che verrà celebrata domani. “Apprezzo la laicità con cui vi presentate e operate, laicità fondata sulla verità del bene della vita, che è valore umano e civile e, come tale, chiede di essere riconosciuto da tutte le persone di buona volontà, a qualsiasi religione o credo appartengano”, aggiunge ancora il pontefice.

Bergoglio lancia ancora un messaggio sull’aborto: “Nella vostra azione culturale avete testimoniato con franchezza che quanti sono concepiti sono figli di tutta la società, e la loro uccisione in numero enorme, con l'avallo degli Stati, costituisce un grave problema che mina alle basi la costruzione della giustizia, compromettendo la corretta soluzione di ogni altra questione umana e sociale. Dove c’è vita, c’è speranza! Se la vita viene violata nel suo sorgere, ciò che rimane non è più l'accoglienza grata e stupita del dono, bensì un freddo calcolo di quanto abbiamo e di ciò di cui possiamo disporre”.

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