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L’appello dello studente in diretta al Papa: “Smetta con offese a comunità LGBTQ+, causano dolore”

Uno studente della facoltà di Psicologia dell’Università di Manila ha chiesto a Papa Francesco di non usare più un lessico offensivo nei confronti della comunità LGBTQ+ durante un incontro telematico con il Pontefice. Il giovane ha anche chiesto al Papa di esprimersi in favore del divorzio nelle Filippine che non ha mai approvato la legge.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Uno studente universitario di un'università cattolica delle Filippine ha chiesto a Papa Francesco di "smettere di utilizzare un linguaggio offensivo contro la comunità LGBTQ+" e di "consentire" il divorzio nelle Filippine, unico Paese oltre al Vaticano che lo vieta. Jack Lorenz Acebedo Rivera, studente di psicologia dell'Università di Manila, ha partecipato all'incontro online con il Papa intorno alle 21 (ora di Manila) nella giornata di giovedì 20 giugno.

"Per favore, consentite il divorzio nelle Filippine – ha detto rivolgendosi al Pontefice durante il suo intervento – e smettete di usare un linguaggio offensivo nei confronti della comunità immensa. Queste parole causano un dolore immenso". In questo passaggio, lo studente ha fatto riferimento alla parola utilizzata dal Papa durante un incontro a porte chiuse con i vescovi italiani a fine maggio. Nel suo intervento, il Pontefice aveva dichiarato di essere contrario all'ammissione al sacerdozio di candidati omosessuali con la frase "c'è troppa fr*ciaggine", per la quale si era poi scusato  in pubblico asserendo di non voler usare termini omofobi.

Nell'incontro "Costruire ponti attraverso l'Asia-Pacifico", voluto dalla Loyola University di Chicago, gli studenti hanno condiviso con Papa Francesco il frutto delle discussioni fatte in piccoli gruppi di dibattito. Tra questi temi, anche il diritto al divorzio e i termini omofobi usati nei confronti della comunità LGBTQ+. Con carta e penna alla mano, il Pontefice ha preso nota delle riflessioni di ogni studente, rispondendo ai punti principali di ogni intervento e chiamandoli per nome.

L'intervento dello studente sul divorzio e sulla comunità LGBTQ+

Rivera, poco più di 20 anni, ha spiegato di essere sempre stato trattato come un emarginato a causa della propria bisessualità e per il suo essere figlio di un genitore single. Sua madre, ha raccontato, non può divorziare dal padre e per questo motivo ha chiesto a Bergoglio di esprimersi in favore del divorzio nelle Filippine.

Qui il 79% della popolazione è cattolica e l'influenza della Chiesa, seppur diminuita nel corso dei secoli, è rimasta molto forte sulla maggioranza dei cittadini: il 96% delle persone, secondo Pew Research, è convinta che "credere in Dio sia necessario per avere dei valori morali". Nonostante questo, però, il 50% della popolazione nelle Filippine è d'accordo con l'entrata in vigore del divorzio.

Rivera si è espresso anche sul vocabolario utilizzato dalla Chiesa nei confronti della comunità LGBTQ+, sottolineando che molte parole usate dallo stesso Pontefice hanno causato "dolore immenso alla comunità". Per rafforzare il concetto, ha indossato durante l'incontro una fascia con i colori dell'arcobaleno. "Prima di questa videoconferenza – ha raccontato – mi è stato chiesto di non indossare questa fascia, mi hanno detto che è politica. Io penso che questa conversazione debba essere improntata sulla politica, esattamente come lo è tutto quello che ci circonda"

La risposta di Papa Francesco

Nella sua risposta agli studenti, il Papa ha parlato di "profonde discriminazioni radicate nella mente delle persone", citando l'esempio di Rivera, però, non ha menzionato la richiesta di non utilizzare parole omofobe nei confronti della comunità LGBTQ+, parlando invece solo dell'impossibilità riscontrata dai suoi genitori di divorziare. "Bisogna permettere la prossimità e la vicinanza. Questo ci porta all'amore – ha dichiarato Bergoglio -. Non vi devono essere discriminazioni di sorta".

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