L’appello che lanciò Navalny ai russi: “Se mi uccidono non vi è permesso arrendervi”
"Se mi uccidono, non vi è permesso arrendervi", è il messaggio che Alexey Navalny lanciò alcuni anni fa al popolo russo in documentario in cui profetizzava la sua morte per mano del governo di Mosca e che sta rimbalzando ora in tutta la sua drammaticità sui social alla luce di quanto accaduto oggi con il suo decesso in carcere. "Non vi è permesso arrendervi, se decidono di uccidermi, vuol dire che siamo incredibilmente forti" dichiarava l'oppositore russo nel documentario di Daniel Rohr premio Oscar nel 2022 in cui denunciava il regime di Putin.
Il documentario fu girato quando il leader dell’opposizione russa si era appena ripreso dall’attacco con acido in Germania decidendo di tornare a Mosca nonostante gli ovvi rischi. Nella pellicola Navalny spesso approfondisce i dettagli della sua morte imminente. Parole drammatiche alla luce di quanto accaduto successivamente e nelle scorse ore quando Alexey Navalny è morto in una prigione.
"L'unica cosa necessaria per il trionfo del male è che le persone buone non facciano nulla. Quindi non rimanete fermi" diceva Navalny, aggiungendo: "Dobbiamo utilizzare questo potere per non arrenderci, per ricordare che siamo una enorme forza che viene oppressa da queste persone malvage".
Le proteste per la morte di Navalny in Russia
In Russia qualcuno oggi non è stato fermo e ha provato a impegnarsi in qualche modo ma la polizia russa ha stoppato ogni iniziativa sul nascere anche quelle di semplice ricordo. Secondo quanto rende noto Ovd-Info, organizzazione indipendente che segue le repressioni politiche e presta assistenza a chi ne è vittima, nella città di Kazan, nel Tatarstan, la polizia è intervenuta per disperdere le persone che si erano date appuntamento di fronte a un memoriale per le vittime di repressioni politiche nel cimitero di Arkhangelskoye. A Mosca è stata arrestata una giovane donna che protestava da sola con in mano il cartello: "oggi Alexey Navalny è morto". Altre proteste e veglie funebri per la morte di Alexey Navalny sono state stoppate dall'apparato repressivo del Cremlino.
L'ultimo messaggio di Navalny, datato 14 febbraio, denunciava una nuova punizione in cella. "Il carcere di Iamal ha deciso di battere il record di Vladimir allo scopo di adulare e compiacere le autorità di Mosca. Mi hanno appena dato 15 giorni in una cella di punizione. Cioè, questa è la quarta cella di punizione in meno di 2 mesi che sono con loro" aveva detto l'oppositore morto oggi ai familiari.
Biden: "Putin responsabile della morte di Navalny"
La notizia della morte di Alexey Navalny ha suscitato oggi l'indignazione del mondo intero con messaggi di condanna unanime da parte di tutti i principali leader mondiali. "Non sono sorpreso e allo stesso tempo sono sconvolto dalla notizia della morte di Alexey Navalny. Putin è responsabile della sua morte" ha detto Joe Biden unendosi ai tanti leader occidentali. "La reazione immediata dei leader della Nato alla morte di Navalny, sotto forma di accuse dirette contro la Russia, mostra la natura di questi Paesi" ha dichiarato invece la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, affermando che gli Usa devono astenersi dal lanciare "accuse indiscriminate" per la morte di Navalny e aspettare i risultati dell'esame del corpo.
Mattarella: "Inaccettabile, tornano i tempi più bui della storia"
"La morte di Alexey Navalny nel carcere russo di Kharp rappresenta la peggiore e più ingiusta conclusione di una vicenda umana e politica che ha scosso le coscienze dell’opinione pubblica mondiale. Per le sue idee e per il suo desiderio di libertà Navalny è stato condannato a una lunga detenzione in condizioni durissime. Un prezzo iniquo e inaccettabile, che riporta alla memoria i tempi più bui della storia. Tempi che speravamo di non dover più rivivere. Il suo coraggio resterà di richiamo per tutti" ha dichiarato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprimendo alla famiglia di Navalny il cordoglio e la vicinanza della Repubblica italiana.
Mosca: "Navalny rianimato per 30 minuti"
"Il 16 febbraio il detenuto A.A. Navalny si è sentito male dopo una passeggiata, perdendo quasi subito conoscenza Immediatamente è arrivato il personale medico dell'istituto ed è stata chiamata un'ambulanza. Sono state eseguite tutte le misure di rianimazione necessarie, che non hanno dato risultati positivi. I medici dell'ambulanza hanno quindi dichiarato il decesso del detenuto" si legge in una nota del servizio penitenziario russo. "I tentativi dei paramedici di rianimare Alexey Navalny sono continuati per 30 minuti prima che venisse dichiarato morto" ha detto invece l'ospedale locale all'agenzia Interfax, aggiungendo che un'ambulanza è arrivata sul posto in sette minuti. Secondo la tv russa, l'oppositore sarebbe stato vittima di un "coagulo sanguigno", una trombosi.