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Lapidano, bruciano e mangiano un giovane sospettato di essere un jihadista

E’ accaduto in Congo, dove alcuni testimoni hanno riferito che la crudele esecuzione è un atto di vendetta per i massacri degli islamisti del movimento ADF-NALU.
A cura di Redazione
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L'esercito regolare del Congo impegnato in una battaglia contro l'ADF–Nalu.
L'esercito regolare del Congo impegnato in una battaglia contro l'ADF–Nalu.

Una folla incattivita dalla guerra ha catturato un sospetto jihadista, l'ha lapidato, gli ha dato fuoco e l'ha mangiato. Il fatto sarebbe accaduto a Beni, nella Repubblica democratica del Congo, paese in cui il governo, sostenuto periodicamente dalle Nazioni Unite, si confronta con diversi gruppi islamisti provenienti dall'Uganda, tra cui l'ADF-NALU, a cui si attribuisce l'uccisione con asce e macheti di oltre cento persone nell'ultimo mese. Secondo alcune testimonianza, il giovane lapidato sarebbe stato riconosciuto a bordo di un autobus nel nord-est del paese. Non parlava lo Swahili, la lingua locale, e portava con sé un machete. L'ultimo massacro di civili si era registrato giovedì 30 ottobre, nel villaggio di Kampi ya Chui, dove 17 persone sono state uccise dai miliziani jihadisti. Il macabro conteggio dei morti, secondo quanto riportato da Teddy Kataliko, presidente della Civil Society di Beni, è salito così a 107 vittime causate dalle truppe dell'ADF-NALU.

Le tensioni erano preseguito nell'indomani, venerdì 31 ottobre, quando almeno cento persone si sono riunite in una manifestazione che ha bloccato la strada tra l'aeroporto e la città e che chiedeva al governo maggiore protezione. Joseph Kabila, presidente del Congo, ha assicurato che il movimento islamista sarà sconfitto così come è accaduto per il movimento M23, sconfitto l'anno scorso anche grazie all'intervento delle Nazioni Unite. In ogni caso, ha assicurato il leader congolese, "non c'è alcuna intenzione di trattare con i terroristi".

L'ADF-NALU, secondo le stime dell'Onu, conta circa 500 miliziani e, come riferito dal governo dell'Uganda, è alleato con il movimento di al Shabaab, legato alla rete di Al Qaeda. Contro questo esercito non numeroso, ma determinato, il presidente Kabila ha rivolto alla cittadinanza una vera e propria chiamata alle armi: "Chiedo alla popolazione di supportare l'esercito, perchévincemmo contro M23 grazie al sostegno della gente", perciò – ha proseguito il capo del governo – "chiamo tutti i giovani ad unirsi in gran numero all'esercito".

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