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Laos, arrestate 8 persone per l’avvelenamento da metanolo: lavorano nell’ostello dove alloggiavano le vittime

Svolta nel giallo che ha avvolto la città di Vang Vieng, in Laos, dove sono morti sei turisti per un sospetto avvelenamento da metanolo dopo aver bevuto alcool: la polizia locale ha arrestato otto vietnamiti tra i 22 e 44 anni, tutti dipendenti dell’ostello dove alloggiavano almeno tre delle vittime.
A cura di Giovanni Turi
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Nuovo capitolo sul giallo del presunto avvelenamento per metanolo a Laos. Nella mattinata di oggi, martedì 26 novembre, la polizia di Vang Vieng ha arrestato otto persone, probabilmente legate alla morte dei sei turisti vittime dell'intossicazione.

Coloro che sono stati posti in custodia cautelare sono tutti dipendenti dell'ostello Nana Backpacker, lo stesso in cui alloggiavano almeno tre delle viaggiatrici decedute a stretto giro dopo aver bevuto gli shot di vodka offerti alla festa di arrivo nella struttura. L'ostello è sotto sequestro da una settimana.

Si tratterebbe di uomini di origine vietnamita tra i 23 e i 47 anni, come riporta The Laotian Times. A seguito della morte della giovane australiana Bianca Jones per l'ingerimento di metanolo da alcool, il gestore dell'ostello era stato subito contattato da Associated Press, il quale aveva confermato l'offerta di shot a oltre un centinaio di persone come gesto di ospitalità.

Tra di loro, eccetto Jones e l'amica Holly Bowles, nessun altro sembrerebbe essersi sentito male. Il gestore aveva smentito ogni responsabilità sulle morti. Le autorità del distretto di Vang Vieng proseguono con le indagini sui decessi, cercando di raccogliere dati e testimonianze per inquadrare le cause precise.

Il governo laotiano, per ora, ha confermato che i decessi sono scaturiti dall'avvelenamento da metanolo. Sono in dodici i turisti totali ricoverati a riguardo. Il Ministero degli Esteri della Nuova Zelanda ha reso noto che un connazionale è stato trasferito in patria.

Non ci sono altri dettagli sul suo conto "per motivi di privacy". Intanto, una terza persona di origine australiana (con doppia cittadinanza) si è ammalata dopo il presunto avvelenamento di massa. Le sue condizioni risulterebbero attualmente stabili. A scriverne è The Guardian.

Il Dipartimento degli Affari Esteri e del Commercio australiano, a sua volta, sta fornendo "assistenza consolare" alle famiglie di Jones e Bowles, i cui corpi sono ancora in Thailandia e nei prossimi giorni potrebbero essere trasferiti in Australia.

"I funzionari australiani a Laos e in Thailandia stanno lavorando a stretto contatto con le autorità locali – evidenzia il Dipartimento in una nota -. Le indagini sono in corso e stiamo offrendo tutto il sostegno possibile". Il padre di Bianca Jones, Mark Jones, ha chiesto pubblicamente che la morte della figlia non resti vana.

Oltre a Jones e Bowles, le altre vittime sono state l'avvocata britannica Simone White, 28 anni, James Louis Hutson, 57enne di origine statunitense, e due giovani ragazze danesi, Anne-Sofie Orkild Coyman, 20 anni, e Freja Vennervald Sorensen, 21 anni.

Quest'ultime sono state trovate prive di sensi nelle loro stanze di ostello il 13 novembre dopo aver passato la notte in giro per la città, raccontano i media locali. Mentre l'uomo statunitense è stato rinvenuto disteso sul proprio letto, circondato da bicchieri vuoti, privo di ferite sul corpo.

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