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Guerra in Ucraina

L’analista militare russo: “Putin può vincere subito ma vuole che la guerra continui”

L’intervista di Fanpage.it all’esperto di difesa Ian Matveev: “La guerra di attrito per stancare l’Ucraina e l’Occidente ha funzionato. La situazione per Kyiv si deteriora. Ma non ci sarà una spallata finale. Perché la forza politica di Putin si fonda sulla guerra. E Il leader del Cremlino vuole procrastinare l’organizzazione della pace.
A cura di Riccardo Amati
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"La forza politica di Putin si fonda sulla guerra. Il suo obiettivo è indebolire lentamente l’Ucraina, senza fare tanti sforzi, e ottenere il massimo possibile. Senza fretta", quindi "la guerra deve continuare il più a lungo possibile. Per Putin, finché c’è guerra c’è speranza", così Ian Matveev, analista militare russo, nell'intervista a Fanpage.it.

Quanto vanno male le cose per forze armate di Kyiv? E quanto la narrativa “disfattista” dei vertici militari e statali è invece volta a sollecitare forniture di armi e finanziamenti dall’Occidente?

L’esercito ucraino sta effettivamente perdendo le sue posizioni. Negli ultimi dieci giorni ha lasciato al nemico due villaggi. E anche un terzo — Ivanovske, a ovest di Bakhmut — sta per cadere. Lo hanno confermato fonti ufficiali di Kyiv . Questo non vuole assolutamente dire che le forze ucraine siano in rotta. Tutt’altro. Il problema è la mancanza di armi, di missili, di mezzi corazzati. E di personale. Un deficit che costringe a prendere decisioni a volte controproducenti. Perché è necessario economizzare su tutto. Ci si salva grazie ai droni, che sono tanti. I soldati spesso assemblano da soli, utilizzando materiale comunemente in commercio.

E l’esercito russo invece come è messo?

È su posizioni migliori, grazie alla maggior quantità di soldati e di armi. Che arrivano soprattutto dalla Corea del Nord. E i russi riescono a fare molti danni con droni e i missili aria-terra. Anche se la tecnologia dei loro armamenti è scarsa, rispetto a quella ucraina.

La Germania ha fornito nuove batterie antiaeree Patriot, e discute l’invio di missili antiaerei Iris-T. Sono armi che potrebbero cambiare la situazione?

Al momento gli aiuti dai Paesi alleati sono troppo limitati. La maggior parte degli armamenti arriva dai Paesi baltici. La Germania che almeno dà una mano. Al contrario della Francia, che ha sospeso del tutto le consegne. Sul fronte, gli ucraini aspettano con ansia gli aiuti americani, quando finalmente si decideranno ad inviarli (un pacchetto da 60 miliardi di dollari è da mesi in attesa del via libera dal Congresso, ndr). I patriot e gli Iris-T tedeschi possono avere un ruolo importante nella difesa del territorio in profondità. Sono la prima risposta agli attacchi russi sulle centrali elettriche che stanno costringendo al buio il Paese. Ma non saranno di aiuto in prima linea. Perché, appunto, verranno dispiegati a difesa di infrastrutture e città.

Perché le forze armate di Putin si stanno accanendo su Kharkiv, bombardandola ogni giorno? Forse se riconquistasse Kharkiv o addirittura prendesse Odessa, il presidente russo potrebbe dichiarare vittoria?

Putin vuole la conquista dell’Ucraina. E la sua tattica di attesa e logoramento, la guerra di attrito a cui ha costretto i nemici stancando loro e gli alleati che li riforniscono, sta avendo successo. Molti Paesi ormai mettono palesemente in dubbio il loro aiuto a Kyiv. La situazione volge a favore di Mosca. Quali siano i territori che vuole conquistare, in fondo, non è così importante. Basta guadagnare terreno.

Ian Matveev
Ian Matveev

E cosa conquisterebbe Putin a Kharkiv? Sta riducendo la città a un cumulo di macerie. Vuol conquistare un deserto?

È esattamente la sua intenzione: fare di Kharkiv una città morta, senza più abitanti. Vuole costringere l’Ucraina a una completa evacuazione. Così si creerà un esercito di rifugiati che potrebbe mettere in crisi il governo di Zelensky. Sia dal punto di vista politico che da quello logistico, organizzativo e finanziario.

A Bruxelles i pezzi grossi dell’Unione Europea temono che la Russia conquisti Odessa chiudendo l’accesso al mare dell’Ucraina e attestandosi a ridosso di Moldavia e Romania. Per celebrare subito la vittoria e dichiarare una tregua unilaterale in grado di spiazzare l’Occidente, sempre più alle prese con un elettorato che vuole la pace subito. È un ipotesi plausibile?

È un’ipotesi quanto meno fantasiosa. Un’offensiva dal mare è impossibile perché le navi russe verrebbero colpite, come hanno dimostrato le perdite subìte fin qui dalla flotta del Mar Nero. Un attacco da terra implicherebbe per le forze di Mosca di raggiungere il Dnepr, occupando poi un vasto territorio anche oltre il fiume. Con perdite presumibilmente altissime. In teoria, è più facile conquistare Kyiv che non Odessa.

All’inizio dell’estate ci sarà un offensiva russa in grande stile? Putin cercherà di chiudere definitivamente la partita? E può contare nel supporto dell’aviazione, necessario per un’operazione del genere?

Non potrà contare su una superiorità aerea, nel caso di un’offensiva massiccia. Rischierebbe di perdere troppi aerei e troppi piloti ben addestrati. L’aviazione viene utilizzata dai russi solo per i bombardamenti sugli obiettivi fissi e per attacchi singoli sul fronte. Non per azioni di massa. Non vedono nemmeno la necessità di avere una superiorità aerea.

Allora, se Putin la sua aviazione può risparmiarla senza problemi, l’offensiva finale è ancora più probabile. O no?

Un attacco in grande stile è possibile, per utilizzare questo momento di debolezza e di carenza di armi da parte del nemico. Ma per quel che conosco di Putin, il contesto non è poi così chiaro. Perché in questa situazione di relativa ambiguità Putin ci sguazza. È il suo ambiente preferito. Non vuole una conclusione rapida della guerra. Finché le ostilità continuano, non dovrà impegnarsi per risolvere i guai interni del Paese. Anche se vincesse con un pieno successo, dovrebbe poi occuparsi degli smobilitati. E dell’economia, che non potrebbe più affidarsi solo al traino della spesa militare. La forza politica di Putin si fonda sulla guerra. Il suo obiettivo è indebolire lentamente l’Ucraina, senza fare tanti sforzi, e ottenere il massimo possibile. Senza fretta. Senza la mobilitazione totale che assicurerebbe il personale sufficiente per un’offensiva finale ma che sarebbe malvista dai russi. Un attacco potrebbe esserci. La situazione militare lo consiglia. Ma non sarà né massiccio né definitivo. La guerra deve continuare il più a lungo possibile. Per Putin, finché c’è guerra c’è speranza.

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