Lampedusa, Maroni annuncia l’accordo. Dramma in mare: 150 tra morti e dispersi
Nove ore di riunione a Tunisi e poi il Ministro degli Interni, Roberto Maroni, e il suo omologo tunisino hanno annunciato l'accordo sull'emergenza immigrazione: ripresa dei pattugliamenti sulle coste, rimpatri con procedure semplificate, aiuti allo sviluppo. Esclusi, dunque i rimpatri di massa e forzati riguardanti le migliaia di tunisini giunti in Italia negli ultimi mesi. Un'intesa che è un "processo verbale, un accordo tecnico sulla cooperazione tra Italia e Tunisia contro l'immigrazione clandestina: oltre al rafforzamento della collaborazione tra forze di polizia, sono previsti anche rimpatri", queste le parole del responsabile del Viminale durante la breve conferenza stampa all’ambasciata d’Italia a Tunisi. Fonti vicine al Viminale comunicano che il primo passo per il conseguimento di un certo equilibrio politico è arrivato con la rassicurazione che almeno 1.400 tunisini, presenti ancora a Lampedusa, saranno fatti tornare in patria. Il governo del Paese arabo, però, si è raccomandato che il rimpatrio dei profughi non abbia luogo sotto la luce dei riflettori né attraverso con maniere “mediatiche o spettacolari”.
Ad ogni modo l'obbiettivo principale dell'accordo è quello di ridimensionare gli sbarchi sulle coste siciliane. Secondo Maroni, il patto con Tunisi dovrebbe permettere "di chiudere i rubinetti dei flussi di immigrati irregolari che e' quello che intendiamo fare in piena collaborazione con le forze di sicurezza tunisine, collaborando e fornendo loro tutti i mezzi necessari". Il ministro dell'Interno non ha fissato numeri e tempi dei rimpatri, spiegando che "è tutto contenuto nell'accordo che consegnerò al presidente del Consiglio, Berlusconi", col quale era arrivato lunedì a Tunisi.
Sugli sbarchi a Lampedusa è intervenuto, nuovamente, anche Umberto Bossi che, pur non essendo sentenzioso come nelle ultime uscite ("Immigrati: Fora da i ball"), è rimasto sulla sua posizione: "Dobbiamo chiedere il rubinetto e svuotare la vasca".
A Lampedusa però non si sono fermati gli sbarchi di migranti. Nella giornata di ieri sono arrivati oltre 900 profughi. Il numero degli immigrati presenti nell’isola è tornato a essere di 1.500, tra i quali 172 minori, nonostante il deflusso degli ultimi giorni. Quasi 500 migranti di questo nuovo gruppo sono libici. Si teme che la guerra civile in corso in Libia possa dar luogo a una ondata di profughi. Nella notte, poi, si è consumata la tragedia con un barcone ribaltatosi durante i soccorsi al largo di Lampedusa. Recuperate 47 persone, tra le circa 200 a bordo. La capitaneria di porto avrebbe già avvistato 20 cadaveri nella zona in cui è avvenuto il dramma. Le condizioni proibitive del mare fanno temere che alla fine il numero delle vittime possa essere molto alto.