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L’amico violenta la figlia di 8 anni, lui gli fa scavare una buca e lo costringe a uccidersi

Consultando il telefono dell’amico, il papà russo ha scoperto che l’uomo aveva violentato la figlia di 8 anni e ha deciso di farsi giustizia da solo.
A cura di Antonio Palma
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Sviridov ( a sinistra) e Vyacheslav
Sviridov ( a sinistra) e Vyacheslav

Un padre che ha aggredito e costretto il suo amico pedofilo a scavarsi la fossa per vendicarsi dello stupro della figlia di otto anni è stato incarcerato nonostante le richieste di assoluzione. Vyacheslav Matrosov, padre russo di 34 anni, aveva deciso di farsi giustizia da solo aggredendo con un coltello il suo amico 32enne Oleg Sviridov, dopo aver scoperto dal telefono di quest’ultimo che l'uomo aveva violentato ripetutamente la figlioletta. A seguito dell’aggressione, l’amico è morto e Matrosov è stato accusato di omicidio. Al termine del processo l’uomo ha evitato l’accusa più pesante di omicidio, che nel settembre scorso aveva innescato una protesta pubblica in Russia, ma è stato comunque condannato a 18 mesi di carcere duro per l’accusa di istigazione al suicidio e occultamento di cadavere. Il tribunale di Samara, non lontano da Togliattigrad, ha concluso che Sviridov si è tolto la vita durante la rissa nel bosco dove il padre della bimba lo aveva costretto a scavarsi la fossa e dove poi lo ha seppellito.

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Amici da tempo e operai di una fabbrica della zona, quel giorno i due avevano bevuto insieme dopo una giornata di lavoro e alla fine si erano addormentati ma quando il papà si è svegliato e ha deciso di prendere in mano il telefono dell'amico, ha scoperto con orrore che in un video presente sul telefono appariva la figlia di soli 8 anni mentre veniva violentata proprio dall'amico. A questo punto il giovane padre russo ha deciso di farsi giustizia da solo. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine, l’uomo avrebbe subito affrontato il 32enne che però sarebbe scappato. A questo punto il 34enne ha lanciato una caccia all'uomo finita infine nei boschi dove ha condotto la vittima con la forza.

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Il 34enne ha ammesso di aver minacciato con un coltello il 32enne ma si è difeso sostenendo di averlo fatto solo per spaventarlo ma che a un certo punto sarebbe nata una colluttazione durante la quale la vittima sarebbe finita accidentalmente sul suo coltello rimando ferito a morte. Dalla sua parte si era schierata l’opinione pubblica con gli abitanti del suo villaggio che lo hanno sostenuto finanziariamente pagandogli un avvocato e raccogliendo firme per una petizione a suo nome. Il sostegno ora continua per fargli ottenere la grazia presidenziale alla fine dell'anno.

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