L’ambasciatore Attanasio “fu giustiziato nella foresta”: ora in sei rischiano la pena di morte
La procura del Congo ha chiesto la pena di morte per le sei persone accusate dell'assassinio dell'ambasciatore Luca Attanasio, ucciso nel febbraio 2021 nella Repubblica democratica del Congo, assieme al carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e all'autista del World Food Program, Mustapha Milambo. Lo riportano i media locali.”Le vittime sono state rapite, trascinate in profondità nella foresta prima di essere giustiziate”, ha detto il procuratore militare, Bamusamba Kabamba.
Nel Paese africano c’è una moratoria di fatto sulle condanne capitali, che vengono comminate ma non eseguite, quindi trasformate in ergastolo.
Nativo di Saronno (Varese) e originario di Limbiate, Luca Attanasio fu trucidato in un attentato durante una missione diplomatica del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam). Il convoglio si muoveva ai margini del Parco nazionale dei Virunga, nel Nord Kivu, una delle aree storicamente più rischiose dell’Africa centrale. Nell'agguato morirono anche il militare dell'Arma Vittorio Iacovacci e il loro autista, Mustapha Milambo.
I sei congolesi arrestati (manca il capo, ancora latitante), processati dal tribunale militare di Kinshasa-Gombe, devono rispondere di omicidio, associazione a delinquere e detenzione illegale di armi e munizioni da guerra.
Sulla morte di Attanasio indaga anche la procura di Roma: due funzionari del Pam sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto Sergio Colaiocco non avrebbero fornito al convoglio del diplomatico le protezioni necessarie per il viaggio in una zona pericolosa come quella nella quale viaggia il convoglio di Attanasio. Il 25 maggio ci sarà la prima udienza e avrà un peso la scelta del governo italiano che non ha ancora fatto sapere se si costituirà parte civile oppure no.