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Conflitto Israelo-Palestinese

L’agenzia immobiliare di lusso israeliana annuncia costruzione di “case al mare” sulla Striscia di Gaza

L’agenzia immobiliare israeliana Harry Zahav Company ha annunciato con una locandina postata sui social la costruzione di “strutture di lusso” sul suolo palestinese della Striscia di Gaza dopo la guerra. Secondo quanto riportato nella locandina, l’agenzia, tramite alcuni dipendenti già nell’esercito israeliano, avrebbe già in iniziato i lavori sul suolo palestinese.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Con una locandina e un post social, un'agenzia immobiliare israeliana ha annunciato l'inizio di una campagna per la costruzione di unità abitative insediative sulla Striscia di Gaza dopo la fine della guerra. Una campagna, si legge sul manifesto, che propone ai cittadini israeliani una "casa al mare". "Svegliatevi – recita lo slogan, riportato sotto i disegni di progetti per nuove costruzioni sul terreno palestinese devastato dai bombardamenti – una casa al mare non è un sogno!".

La locandina dell'agenzia Harry Zahav Company è stata postata su Instagram dalla stessa azienda che si occupa di costruzioni in Cisgordania. La società dà l'inizio dei lavori per la costruzione di unità abitative sul suolo palestinese per certo. Secondo quanto riportato nella locandina condivisa sui social, l'agenzia immobiliare avrebbe perfino iniziato a "rimuovere le macerie" dei bombardamenti per dare vita al progetto di costruzioni di case per le vacanze.

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L'agenzia immobiliare si era già occupata in passato della costruzione di strutture di lusso i Cisgiordania e ora ha annunciato il suo nuovo piano per la costruzione di residence sulla Striscia di Gaza. In un altro post condiviso sul profilo Facebook ufficiale dell'agenzia, la Harry Zahav Company ha annunciato "prezzi di prevendita" per i "lotti abitativi" sul territorio palestinese.

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I post della pagina Instagram, in realtà, mostrano anche il "prosieguo dei lavori" sul territorio oggi devastato dai bombardamenti israeliani. Dal 7 ottobre, i morti a Gaza sono stati più di 18mila con bombardamenti su ospedali, campi profughi e abitazioni. Israele, invece, ha registrato 1.200 morti.

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), il sovraffollamento e la malnutrizione stanno favorendo la diffusione di malattie come dissenteria, influenza e vaiolo, gravando ulteriormente su un sistema sanitario già in enorme difficoltà.

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