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Guerra in Ucraina

La vincitrice ucraina del premio Nobel per la pace: “La pace non si raggiungerà deponendo le armi”

I vincitori del premio Nobel per la pace 2022 ricevono oggi il riconoscimento a Oslo. “Il popolo ucraino vuole la pace più di chiunque altro al mondo”, ha detto la direttrice del Centro per le libertà civili, Oleksandra Matviichuk, “ma la pace per un Paese attaccato non si ottiene deponendo le armi. Non sarebbe pace, ma occupazione”.
A cura di Susanna Picone
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"Il popolo ucraino vuole la pace più di chiunque altro al mondo, ma la pace per un Paese sotto attacco non può essere raggiunta deponendo le armi. Non sarebbe pace, ma occupazione": a dirlo la vincitrice ucraina del Nobel per la Pace a cui oggi è stato consegnato il premio a Oslo.

La pace per il suo Paese – così il capo del Centro per le libertà civili (Ccl) Oleksandra Matviychuk alla cerimonia – non può essere raggiunta "deponendo le armi" contro la Russia di Putin. I vincitori del premio Nobel per la pace 2022 hanno ricevuto oggi il prestigioso riconoscimento nel corso di una cerimonia nel Municipio di Oslo, alla presenza della famiglia reale norvegese.

Il presidente della ong russa Memorial ha criticato la guerra "folle e criminale" del presidente Putin nel ritirare il premio. Sotto Putin, "la resistenza alla Russia si chiama fascismo", una distorsione diventata "la giustificazione ideologica per la folle e criminale guerra di aggressione contro l'Ucraina", ha detto Yan Rachinsky nel suo discorso.

La Russia vuole trasformare l'Ucraina in una "dittatura dipendente" come la Bielorussia, ha invece dichiarato la moglie del premio Nobel per la pace bielorusso incarcerato, Ales Byalyatski, dopo aver ricevuto il premio a suo nome. Natallia Pinchuk – riporta il Guardian – ha affermato che Byalyatski ha dedicato il premio a "milioni di cittadini bielorussi che si sono sollevati e hanno agito nelle strade e online per difendere i loro diritti civili". "Evidenzia la drammatica situazione e la lotta per i diritti umani nel paese", ha detto ancora.

Lo scorso ottobre il comitato del Nobel per la Pace ha assegnato il premio al dissidente bielorusso attualmente in carcere, Ales Bialiatski, alla ong ucraina Center for Civil Liberties (Ccl) e all'organizzazione russa Memorial. "Putin si fermerà quando noi lo fermeremo", aveva detto ieri Oleksandra Matviichuk invitando i Paesi occidentali a continuare ad aiutare l'Ucraina a liberare i territori occupati dalla Russia. "L'Ucraina deve lottare per la propria indipendenza", così sempre ieri il presidente di Memorial, Ian Ratchinski.

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