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La Turchia bombarda città curde in Iraq e Siria dopo l’attentato alla Tai di Ankara: “È stato il Pkk”

La Turchia accusa il Pkk dell’attentato all’azienda aerospaziale Tai di Ankara che ha fatto 5 morti e 22 feriti e ha bombardato città curde sia nel nord dell’Iraq che nel nord della Siria in risposta. Colpita la città siriana di Kobane e altre decine di siti controllati dai curdi.
A cura di Antonio Palma
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Le forze armate turche hanno bombardato diverse città curde in Iraq e Siria in risposta all’attentato all’azienda aerospaziale Tai di Ankara in cui sono morte 5 persone e 22 sono rimaste ferite nel pomeriggio di mercoledì. Il governo turno accusa apertamente il movimento armato curdo PKK, anche se finora non vi è stata una rivendicazione, e ha annunciato di aver colpito diversi obiettivi ritenuti basi del gruppo militante curdo.

Poche ore dopo l’attentato alla Turkish Aerospace Industries, l’aviazione militare turca ha bombardato la città siriana di Kobane e altre decine di siti controllati dai curdi sia nel nord dell'Iraq che nel nord della Siria. "Un totale di 32 obiettivi appartenenti ai terroristi sono stati distrutti con successo" nell'attacco di rappresaglia, ha affermato il ministero della Difesa turco in una nota. Alcuni video apparsi sui social mostrano strutture in fiamme a Kobane e in altri luoghi.

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In precedenza il ministro degli Interni di Ankara, Ali Yerlikaya, ha affermato che i due attentatori che hanno assaltato la Tai , azienda turca del governo specializzata in produzioni militari, come la costruzione di F16, molto probabilmente erano legati al  PKK. Il movimento curdo combatte contro lo Stato turco fin dagli anni '80 per ottenere maggiori diritti per la consistente minoranza curda del Paese ed è bandito in Turchia in quanto dichiarato organizzazione terroristica.

Vari video dell'attacco di mercoledì mostrano almeno un uomo e una donna pesantemente armati con fucili d’assalto che sparano all'ingresso della Turkish Aerospace Industries, a circa 40 km dalla capitale. I due hanno ucciso cinque persone prima di essere uccisi a loro volta dalle forze di sicurezza turche. Il vicepresidente turco Cevdet Yilmaz ha dichiarato che quattro delle vittime erano dipendenti della TAI, mentre la quinta era un tassista a cii i due hanno sparato dopo essersi fatti accompagniate sul posto. Tra i 22 feriti nell'attacco anche sette membri delle forze speciali turche.

L’attacco è avvenuto all'ora del cambio turno quando vi era più confusione e il personale è stato costretto a ripararsi nei rifugi. Tra di loro anche undici tecnici italiani della Leonardo che però fortunatamente stanno bene e non sono rimasti feriti come ha confermato il nostro Ministero degli esteri.

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