La tempesta di mutande e reggiseni (per colpa del vento). Cosa è successo in Cina

Nelle ultime ore forti venti di burrasca si sono abbattuti sulla megalopoli cinese di Chongqing. Sui social media spopola l’hashtag “crisi della biancheria intima”. E i residenti puntano il dito contro il governo che la scorsa settimana è stato costretto a ricorrere alla tecnica dell’inseminazione delle nuvole per spezza l’ondata di calore che aveva fatto alzare le temperature a livelli estremi.
A cura di Biagio Chiariello
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Pantaloni, magliette, ma soprattutto indumenti intimi come mutande e reggiseni. Se ne vedono centinaia portati via dal vento nei video circolati in queste ore su Douyin, l'app cinese gemella di TikTok, oltre che su Weibo, piattaforma di social media assai popolare nel Paese asiatico. Non c'è da sorprendersi se tra i trends dei social media cinesi oggi spicca l'hashtag "crisi della biancheria intima".

Le immagini in questione arrivano soprattutto dalla zona di Chongqing, megalopoli da 32 milioni di abitanti nel sud-ovest della Cina. "Sono appena uscita e all'improvviso ha iniziato a piovere forte e la biancheria intima è caduta dal cielo", ha scritto una residente, Ethele, su Weibo. "Chi risarcirà il mio danno emotivo?" ha scherzato un altro utente che ha perso il suo nuovissimo set Calvin Klein. E c'è chi scrive: "In realtà è piuttosto romantico. Potresti persino raccogliere la biancheria intima della persona che ti piace mentre fai una passeggiata per strada".

Cosa è successo a Chongqing

Chongqing e la regione circostante sono state soffocate dal caldo per più di una settimana. Le temperature estreme hanno addirittura portato a ritardare l'apertura delle scuole. Nel tentativo di abbassarle (e combattere le condizioni di siccità) la scorsa settimana le autorità hanno fatto ricorso alla tecnologia di inseminazione delle nuvole, inviando quasi 200 razzi nel cielo.

Ed effettivamente ha funzionato. Ma oltre alla pioggia, lunedì scorso una tempesta di vento improvvisa ha colpito senza preavviso. Nelle ultime ore decine di migliaia di post sono stati pubblicati su Weibo, dove più di 7 milioni di persone hanno visualizzato l'hashtag "crisi della biancheria intima", diventato l'undicesimo più popolare in tutta la Cina.

Zhang Yixuan, vicedirettore del Chongqing Weather Modification Office, ha indetto una conferenza stampa per provare  a difendere il lavoro del governo: "Ci sono sicuramente forti venti, ma sono stati causati da condizioni naturali. Le piogge artificiali non causeranno condizioni meteorologiche estreme", ha messo le mani avanti, respingendo le accuse dei residenti.

E per le prossime ore è prevista di nuovo maltempo. I residenti che intendono fare il bucato sono avvertiti…

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