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La “tata assassina” di New York esce dal coma ma non risponde alla polizia

È fuori dal coma Yoselyn Ortega, la tata che a New York avrebbe ucciso a coltellate due fratellini di due e sei anni e che poi, all’arrivo della madre dei piccoli, ha tentato a sua volta il suicidio. Al suo risveglio ha chiesto solo della sua famiglia.
A cura di Susanna Picone
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È fuori dal coma Yoselyn Ortega, la tata che a New York avrebbe ucciso a coltellate due fratellini di due e sei anni e che poi, all’arrivo della madre dei piccoli, ha tentato a sua volta il suicidio. Al suo risveglio ha chiesto solo della sua famiglia.

La storia che qualche giorno fa è arrivata dall’America e che ha sconvolto il mondo intero appare ancora piena di interrogativi. A New York, in un lussuoso quartiere, Marina Krim, madre di tre figli, torna a casa e trova due dei suoi bambini morti nella vasca da bagno, accanto a loro c’era la babysitter a sua volta ferita. Quella donna, la cinquantenne Yoselyn Ortega, per gli inquirenti avrebbe accoltellato a morte i piccoli Leo e Lulu, due e sei anni. Poi avrebbe tentato il suicidio. È stata ricoverata al New York Hospital e solo domenica si è risvegliata dal coma. Il suo primo pensiero è andato alla sua famiglia, ha chiesto di loro mentre non avrebbe risposto alle domande della polizia che vuol far luce sul movente dell’orribile delitto. Solo da un suo racconto, infatti, gli inquirenti e la famiglia Krim potrebbero trovare un perché a quell’assassinio che appare ancora inspiegabile: per il momento però lei non sembra voler rispondere a nessuna domanda.

La tata descritta come una donna pacifica – Yoselyn Ortega viene descritta, anche dalla sua famiglia, come una donna che “trattava quei bambini come se fossero suoi, che li amava come una madre ama i suoi figli”. La stessa famiglia della tata ha detto che nulla sembrava “strano” nella vita della donna, che lei è una persona pacifica. Anche il nonno dei bambini uccisi, al Wall Street Journal, ha detto che mai aveva sentito nessuna lamentela nei confronti della tata. Il New York Times, scavando nella vita della 50enne, ha raccontato di alcune “difficoltà psicologiche e finanziarie” della signora Ortega. E mentre la polizia continua a indagare per cercare di capire cosa abbia spinto la tata a uccidere i bambini che le erano stati affidati, i coniugi Krim non possono che stringersi intorno all’unica figlia sopravvissuta, una bambina di tre anni. Kevin Krim ha voluto ringraziare tutti quelli che gli sono stati vicini, agli amici più intimi ha raccontato di essere distrutti, di avere il cuore infranto.

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