La Svezia non ha protetto gli anziani dal Covid: la commissione d’inchiesta stronca Stoccolma
Una commissione avrebbe dovuto fare luce sulla gestione della pandemia di Covid-19 per spiegare i numeri così alti di morti e contagi. Il governo svedese aveva dichiarato che la commissione sarebbe stata nominata a crisi sanitaria terminata, ma l'opinione pubblica ha insistito per agire prima. Così è arrivata la prima relazione preliminare, secondo la quale Stoccolma non ha protetto gli anziani durante la pandemia. A fallire è stata in particolare la gestione delle case di riposo: c'erano "forti carenze strutturali note da tempo" a causa delle quali il sistema di assistenza si è trovato impreparato e poco equipaggiato nella gestione dell'epidemia. Mancava, insomma, l'equipaggiamento protettivo per il personale oltre ai ritardi nei test e le mancate restrizioni sulle visite dall'esterno.
Sotto accusa anche la frammentazione del sistema sanitario e di assistenza agli anziani, diviso tra 21 regioni, 290 municipalità e diversi enti privati. "Queste carenze sono responsabilità anche dei governi precedenti" afferma il rapporto, notando che il 90% dei morti era ultra settantenne, la metà in casa di riposo. La commissione d'inchiesta è stata istituita a giugno, guidata dal giudice a riposo Mats Melin. Gli altri sette membri sono scienziati, politici, esperti di management e di sanità. Le conclusioni definitive arriveranno a febbraio 2022, sette mesi prima delle elezioni.
L'La Svezia ha avuto un rapido aumento di nuovi casi di coronavirus che hanno messo a dura prova il suo sistema sanitario. Le infezioni si sono diffuse tra il personale medico, spingendo il governo a sostenere ulteriori restrizioni, incluso il divieto di vendere alcolici dopo le 22. La Svezia ha anche imposto quelle che sono le restrizioni più severe legate al coronavirus finora, vietando i raduni di più di 8 persone.