La sudanese Meriam vola in America: “In Italia ci siamo sentiti a casa”
Meriam Ibrahim Yehya Ishag, la donna sudanese condannata a morte nel suo Paese per apostasia, poi rilasciata dopo l’annullamento della sentenza ma reduce da altri problemi in Sudan, può finalmente ricominciare a vivere in America. Meriam nei giorni scorsi, insieme al viceministro degli Esteri Pistelli (che ha condotto la trattativa con il governo sudanese per il loro espatrio), era arrivata in Italia con la sua famiglia e aveva potuto incontrare anche Papa Francesco. Dopo un breve soggiorno a Roma questa mattina ha invece lasciato il Paese per prendere un aereo diretto negli Stati Uniti. Con lei, dall’aeroporto di Fiumicino, è partita tutta la sua famiglia: il marito Daniel Wani e i due figli Martin e Maya, quest’ultima partorita in carcere il 27 maggio. Ad annunciare la partenza di Meriam dall’Italia è stata Antonella Napoli, presidente dell'ong Italians for Darfur, che da sempre si è interessata del destino della donna condannata in Sudan.
Meriam in Italia con la sua famiglia
“Sono stati giorni splendidi, abbiamo condiviso la gioia e l'emozione di un sogno realizzato. E ora che parti una parte di me resterà con te! Per sempre. Love you sister”: così ha salutato Meriam Napoli, la quale ha reso noto che domani la famiglia della sudanese dovrebbe giungere a Manchester, nel New Hampshire dove risiede il fratello del marito Daniel Wani (che ha la doppia cittadinanza sudanese e americana). In questi giorni a Roma Meriam, il marito e i due figli sono stati ospiti – ha detto ancora Napoli – di una struttura del Ministero dell’Interno: “Li ho incontrati e mi hanno raccontato di essere stati trattati benissimo, seguiti e coccolati, di essersi sentiti come in famiglia. Hanno fatto un giro in auto per tutti i luoghi turistici di Roma, hanno visitato il Colosseo, hanno fatto shopping. Domenica sono andati a messa alla Basilica di San Paolo”.