La strategia dell’Ue per la fase due: riapertura graduale di negozi, attività e frontiere
La Commissione europea prepara la sua exit strategy, per dare indicazioni agli Stati membri su come uscire dall’emergenza Coronavirus. L’esecutivo punta su un ritorno alla normalità graduale e con un’apertura delle frontiere interne ben studiata, per evitare di cadere nell’errore di far diffondere nuovamente i contagi. Nella bozza del documento redatto dalla Commissione, e visionato dal’Agi, si parla dei temi riguardanti la fase successiva che seguirà l’emergenza sanitaria. Le indicazioni riguardano da una parte gli spostamenti dei cittadini e dall’altra la riapertura di negozi e attività produttive.
L’apertura delle frontiere interne ed esterne dell’Ue
La fine dei controlli alle frontiere interne, per la Commissione, deve avvenire in modo graduale e solamente “nel momento in cui la situazione epidemiologica delle Regioni frontaliere converge”. Motivo per cui gli stati membri tra loro vicini “dovrebbero restare in stretto contatto e facilitare” una decisione comune. Peraltro l’esecutivo sottolinea che la fine delle misure restrittive porterà a un nuovo aumento dei casi a cui si deve essere pronti da un punto di vista sanitario. Durerà invece più a lungo il divieto di ingresso in Ue da parte dei Paesi terzi: “Dato che la convergenza epidemiologica oltre l'Ue è più difficile da realizzare, la riapertura della frontiera esterna dovrebbe avvenire in una seconda fase”.
Ue vuole ripresa graduale delle attività economiche
La Commissione punta a una ripresa delle attività economiche “a tappe”. Semplicemente, “non tutta la popolazione dovrebbe rientrare nel luogo di lavoro allo stesso tempo”. Si dovrebbe pensare a una progressiva riapertura, così come sembrerebbe voler fare l’Italia, delle attività commerciali e delle scuole. Sempre mantenendo un caposaldo: quello delle regole sul distanziamento sociale. Stesso discorso che varrà per le attività culturali e sociali. Le regole di distanziamento dovranno essere rispettate anche nei bar, nei ristoranti, nei cinema, limitando il numero di persone presenti e gli orari di apertura degli esercizi. I divieti riguardanti eventi caratterizzati dagli assembramenti, come i festival, dovranno rimanere: la ripartenza di attività di questo genere deve essere rimandata, secondo la Commissione europea.
Per l’exit strategy la risposta deve essere “basata sulla scienza e avere al centro la salute pubblica”, viene riportato ancora nel documento. In cui si ribadisce l’uscita a tappe: “L’uscita deve essere graduale: le misure devono essere tolte in modo progressivo e deve essere lasciato sufficiente tempo tra i diversi passi (per esempio un mese) perché i loro effetti possono essere solo misurati nel corso del tempo”. Infine, l’esecutivo comunitario invita i Paesi ad aumentare la capacità di effettuare i test e ad utilizzare le app per tracciare le persone contagiate.