Jan Broberg oggi ha 57 anni ed è un’attrice americana molto popolare, ma dietro il sorriso disteso e la padronanza di sé conquistata con anni di teatro, si nasconde una delle storie di abuso più torbide e opprimenti che l’America ricordi.
La storia di Jan Broberg
È il 1972. Siamo a Pocatello, cittadella di provincia in Idaho. È sulle panche del tempio mormone dove vanno a pregare regolarmente, Bob Broberg, fiorista e sua moglie Mary Ann, casalinga, genitori di Jan, che avviene un incontro fatale, quello con il 40enne Robert Berchtold, sposato con Gail, gestore di un negozio di mobili. I due padri di famiglia cominciano a frequentarsi, si mettono in affari insieme, diventano amici. Berchtold diventa così intimo di casa Broberg che le tre figlie di Bob cominciano a chiamarlo ‘papà’o ‘B'. La sua preferita è Jan, la maggiore delle tre.
Robert Berchtold: il vicino di casa
Il ‘permesso’ di frequentare la piccola Jan derivava anche da un crudele ricatto morale. A vicenda, Berchtold aveva sedotto sia sua madre Mary Ann, che suo padre Bob, dal quale una volta si era lasciato masturbare. Uno di quelli che si definiscono ‘incidenti da spogliatoio’ che però costò a Bromberg una sottomissione totale dovuta alla vergogna cocente e alla paura che potesse raccontare in giro di quello che era successo. Diversa la storia con la tranquilla Mary Ann, che Berchtold avrebbe fatto infatuare con lusinghe e complimenti qualche tempo dopo. Legato a doppio filo a quella coppia, un giorno Berchtold propone di portare la piccola Jan a fare una gita a cavallo e i genitori della piccola, ancora una volta, non trovano un motivo per dire di no. È Il 17 ottobre 1974.
Il primo rapimento
Una volta salita in auto la piccola viene narcotizzata e trasportata nel camper con cui Berchtold presto varca il confine con il Messico. Al suo risveglio Jan si ritrova solo nel camper con ‘B', che le spiega dolcemente: “Siamo stati rapiti dagli alieni piccola, ora dobbiamo riprodurci per salvare l’umanità”. A 12 anni questa trama da ‘Incontri ravvicinati del terzo tipo' fa effetto su Jan, che subisce senza protestare, anche per timore di rappresaglie sulla sua famiglia. Solo dopo 35 giorni l’FBI riesce a rintracciarli e riportare la ragazza a casa. Le molestie superficiali non permettono al medico di riscontrare abusi sessuali, accusa che non viene contestata. La minaccia di raccontare la loro liaison omosessuale con Bob, poi fa il resto. I Broberg, ancora una volta, ritirano la denuncia.
Il secondo rapimento
Il minimo che ci si può aspettare dopo questa folle sventura è che le due famiglie smettano di vedersi. E invece, no. Ancora una volta questa storia si fa beffa della logica perché Bob e Mary Ann e Berchtold e Gail, continuano a vedersi. È proprio a questo punto che inizia la relazione, durata per alcuni incontri, tra Mary Ann e il sequestratore di sua figlia Jan. Neanche lei, sedicenne turbata da quel rapporto malato, lo ha dimenticato. Due anni dopo, infatti, nel 1976, Jan chiama a casa dicendo di voler sposare Berchtold. Per L’FBI localizzarla è impossibile, tuttavia, basterà seguire Berchtold alla cabina telefonica di fronte casa, premere il tasto ‘recall’ dopo che ha chiamato e parlare con un collegio della California dove il folle Berchtold aveva iscritto la giovane Jan. L'FBI la riporta a casa e questa volta niente ferma l'accusa di rapimento di primo grado. A salvare Berchtold dal carcere, però, sarà una seminfermità mentale.
Il suicidio di Berchtold
Dopo due rapimenti e ricatti di ogni natura, i Broberg realizzano finalmente la pericolosità di Berchtold e chiedono un ordine restrittivo nei suoi confronti. Lui non ci sta, è ossessionato da Jan e cerca insistentemente di mettersi in contatto con lei violando inevitabilmente il regime di allontanamento. Riconosciuto colpevole della violazione di possesso abusivo di arma da fuoco, a 73 anni e dopo che la storia di abusi e manipolazioni è stata diffusa in un libro, si uccide ingerendo alcol e farmaci.
Il documentario: ‘Abducted in Plain Sight'
L'inquietante vicenda dei Broberg è stata raccontata dal documentario: "Abducted in Plain Sight", rapita alla luce del sole diretto da Skye Borgman e diffuso da Netflix. Dopo 30 anni questa storia continua a inorridire e indignare per il ruolo tutt'altro che passivo avuto dalla famiglia Broberg.