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Guerra in Ucraina

La storia di Dmitrii: “Vi spiego perché diserto la guerra di Putin”

Dmitrii è un musicista russo che dopo l’inizio della guerra è fuggito in Europa per non dover andare al fronte: “Il 24 febbraio 2022 ero a Mosca e ricordo di aver ricevuto un messaggio da un amico: ‘È iniziata la guerra’. Mi sono detto: ‘Muoviti’, e sono scappato in Europa”. Ecco la sua storia.
A cura di Davide Falcioni
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Quando il 24 febbraio 2022 i carri armati russi varcano il confine con l'Ucraina, dando inizio a quella che – nei piani di Putin – dovrebbe essere una "guerra lampo" per rovesciare il governo di Kiev, Dmitrii, 27 anni, si trova a Mosca: da tre anni vive in un appartamento della capitale componendo musica ed esercitandosi con il suo inseparabile sassofono e – mentre fuori imperversava la pandemia di Covid-19 – sogna un giorno di poter viaggiare in Europa e negli Stati Uniti e vivere del suo talento.

Quel giovedì notte, 24 febbraio, Dmitrii riceve però un messaggio da un amico: "È iniziata la guerra". Nei giorni successivi comprende che è sempre più concreto il rischio che, al posto del suo sax, debba presto imbracciare un fucile e indossare una divisa militare per prendere parte a un conflitto che non condivide e che giudica un atto di imperialismo. Ha una sola speranza. Lasciare la Russia, cercare riparo in Europa e da lì coltivare i suoi sogni: quelli di un musicista di 27 anni, non di un soldato membro di un esercito d'invasione. Fanpage.it ha raggiunto Dmitrii a Bruxelles, dove oggi vive e compone musica. Questa è la sua storia: quella di un orgoglioso disertore che, alle armi, ha preferito la pace e la non violenza.

Dmitrii, Derli Sax
Dmitrii, Derli Sax

Dmitrii, parlaci un po' di te. Chi sei?

Preferirei non scriveste il mio vero nome ma solo il mio nome d'arte, Derli Sax. Sono nato 27 anni fa, il 2 novembre 1995, nella città di Gusev, regione di Kaliningrad, Russia. Ho studiato in una scuola di musica per dieci anni poi, nel 2013, mi sono trasferito a Mosca. Lì ho studiato sassofono al Gnesin Jazz College per quattro anni, poi ho studiato ingegneria del suono presso l'Istituto russo di Arti Teatrali per altri quattro anni. Ho suonato in varie orchestre e gruppi musicali esibendomi centinaia di volte all'anno. Ho anche un canale YouTube con la mia musica per sax.

Hai svolto il servizio militare in Russia?

Sì, ho prestato servizio nell'Esercito e per un anno ho suonato il sassofono nella Military Band Service of the National Guard of Russia. Nel maggio del 2015 ho suonato anche nella Piazza Rossa, in occasione del 70esimo anniversario della vittoria sovietica sul nazismo.

E dove ti trovavi il 24 febbraio 2022? Ti aspettavi che Putin potesse ordinare l'invasione dell'Ucraina?

Quel giorno ero a Mosca e ricordo di aver ricevuto un messaggio da un amico: "È iniziata la guerra". Mi aspettavo da tempo che ciò potesse accadere perché dalla fine del 2021 truppe e mezzi militari avevano iniziato a spostarsi verso il confine tra Russia e Ucraina. Per me era chiaro che, nonostante le rassicurazioni di tutti i media statali russi, non si trattava di esercitazioni. Col tempo ho imparato che ogni volta che un politico russo dichiara una cosa la verità è sempre l'opposto.

E cosa hai fatto subito dopo?

Mi sono detto: "Muoviti!". Era l'occasione giusta per andarmene. Da due anni, a causa del Covid, ero molto frustrato perché non potevo viaggiare all'estero a causa delle restrizioni, ma ho sempre voluto partire per una grande avventura e lo scoppio della guerra è stata la grande occasione. D'altro canto sono indipendente, posso produrre musica anche da remoto e gestire liberamente le mie lezioni. Ho quindi riempito uno zaino con tutto quello che mi serviva per continuare a suonare e finalmente nella primavera del 2022 sono partito. Visto che a causa delle sanzioni non potevo più utilizzare carte bancarie emesse in Russia, me ne sono procurate di nuove in Bielorussia: dopo qualche settimana ho ottenuto un visto per l'Europa ed è iniziato il mio viaggio. Quando il mio visto è scaduto sono dovuto tornare in Russia e fin da subito mi sono attivato per ottenere un nuovo documento valido per l'espatrio.

Cosa hanno pensato la tua famiglia e i tuoi amici? 

Molti dei miei amici hanno lasciato le loro case in Russia e sono andati in altri Paesi. Tutti i miei cari, compresi i miei familiari, sono contrari all'aggressione dell'Ucraina e non sostengono la guerra. Il mio scopo era fare in modo che io e la mia famiglia da Kaliningrad potessimo attraversare il confine con la Lituania e raggiungere la Lettonia. Da lì, avremmo dovuto chiedere un visto di ingresso negli Stati Uniti. Il mio piano tuttavia è fallito perché il giorno stesso che stavamo per partire ho scoperto che erano stati chiusi i confini tra la Russia e la Lituania. A quel punto non ho potuto fare altro che cambiare percorso: l'ultimo confine terrestre ancora disponibile era quello tra Russia e Finlandia.

Ed è da lì che hai abbandonato la Russia?

Sì. Alla fine della scorsa estate sapevo che la guerra si stava mettendo male e sentivo che ben presto sarebbe arrivata una mobilitazione. Il giorno dopo aver oltrepassato la frontiera, Putin ha richiamato alle armi i ragazzi della mia generazione che avevano già prestato servizio nell'esercito. Quel giorno stessso, tra mille peripezie, ho iniziato il mio viaggio in Europa per lavorare al mio nuovo album ed è stato come vincere la lotteria, anche se ero molto preoccupato per i miei amici: alcuni di loro, dopo aver pagato una somma 100 volte superiore alla mia, stavano tentando di attraversare il confine tra Russia ed Europa, una frontiera che dopo la mobilitazione è però costantemente presidiata dai soldati.

Come è proseguito il tuo viaggio? Dove ti sei recato?

Sono stato in Lettonia poi ho visitato Svezia, Grecia, Italia e ho raggiunto amici musicisti in Belgio. Sono rimasto con loro per due settimane ma l'ultimo giorno, mentre aspettavo un autobus per Amsterdam, mi è stato rubato lo zaino. Dentro c'era tutta la mia vita, tutte le mie speranze: l'album a cui stavo lavorando da 5 anni, il mio Mac, le tracce inedite contenute in un  hard disk, ma anche una telecamera con le riprese fatte in una decina di città europee, auricolari, mixer, microfoni e altro equipaggiamento che durante la pandemia avevo acquistato vendendo le mie composizioni ad altri artisti. I ladri hanno rubato anche un raro e vecchio sassofono professionale placcato in argento. Sono spariti anche il mio passaporto russo, un visto per gli USA che avevo ottenuto l'anno scorso, carte bancarie e un po' di contanti (circa 400 euro). In totale lo zaino che mi è stato rubato conteneva materiale professionale del valore di circa 10mila euro, ma anche tracce musicali originali inestimabili.

Lì hai pensato che la tua avventura i Europa sarebbe finita?

Sono stato molto fortunato. Ho incontrato persone incredibilmente gentili che mi hanno aiutato a superare un periodo molto critico. Tuttora vivo ancora  in uno stato di "sospensione" e incertezza su tutto. Ma io credo fermamente nella mia arte, credo che aiuterà altre persone ad attraversare i loro tempi più duri e penso che riuscirà a tirarmi fuori dalla routine dell'immigrazione e dai traumi che ho subito. Oggi non ho rimpianti per quello che mi è accaduto: lavoro duramente in uno studio di registrazione professionale e sto componendo cinque nuovi brani che raccontano la storia dei miei ultimi anni di vita.

Dal Belgio, dove oggi vivi da uomo libero, quando pensi che finirà questa guerra? E in che modo?

Credo che ci siano tre possibili scenari. Il primo è che la Russia vinca, domini il territorio dell'Ucraina e prosegua la sua espansione imperialistica, possibilmente estendendosi ad altri paesi limitrofi dell'Europa orientale. Il secondo scenario è che si arrivi a una situazione di stallo, con entrambe le parti che raggiungono un compromesso con il sostegno della comunità internazionale. Infine, il terzo scenario è una vittoria per l'Ucraina, che potrebbe riconquistare i territori persi, Crimea compresa, ed ottenere dalla Russia un risarcimento per i danni provocati con l'invasione. Comunque vada, la mia opinione è che la guerra sia sempre terribile e sbagliata. Ed è per questo che ho orgogliosamente disertato.

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