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La storia di Aya: “Senza assorbenti né sapone, a Gaza ci privano della nostra dignità”

Da quando Israele ha bloccato l’ingresso di prodotti per l’igiene personale a Gaza, Aya Ashour, una giovane giornalista palestinese, ha iniziato a raccontare nei suoi video per il progetto “Women with Gaza” cosa significa vivere senza sapone e assorbenti igienici. La sua testimonianza a Fanpage.it: “Ci sentiamo come se fossimo state private della nostra dignità di esseri umani”.
Intervista a Aya Ashour
Attivista e giornalista palestinese
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INSTAGRAM | Screen dai video di Aya per Women with Gaza
INSTAGRAM | Screen dai video di Aya per Women with Gaza

"Abbiamo tante cose di cui parlare. Sulla condizione delle donne incinte, delle adolescenti e di qualsiasi altra donna palestinese che vive oggi a Gaza". Questo è uno dei primi messaggi che mi ha inviato Aya Ashour direttamente da Gaza, dove attualmente vive e lavora.

Aya collabora con "Women with Gaza", un progetto italo-palestinese di mutualismo collettivo, appoggiato da molte associazioni femministe palestinesi e italiane. Il loro obiettivo è raccogliere fondi per aiutare le donne vittime di povertà mestruale e sensibilizzare sull'argomento, facendo conoscere a più persone possibili cosa significa essere donna oggi a Gaza.

La storia di Aya a Gaza

Aya è una giovane giornalista palestinese di 23 anni. Da quando, dall'inizio della guerra, Israele ha bandito l'ingresso di prodotti per l'igiene personale, ha deciso di prendere il suo smartphone e raccontare cosa questo significhi per le donne di Gaza, costrette a vivere senza sapone né assorbenti, anche durante i giorni del ciclo mestruale. I pochi prodotti disponibili hanno infatti prezzi a dir poco proibitivi: un singolo flacone di sapone può costare anche 30 dollari.

Questa deprivazione dei diritti più basici prende il nome di "povertà mestruale": una condizione, che oltre a causare profonde umiliazioni, può anche portare alla morte. "A Gaza se non muori di fame, puoi morire per la mancanza di prodotti per l'igiene personale", dice Aya in uno dei suoi video.

A Fanpage.it Aya ha raccontato cosa ha visto e vissuto in questi mesi e cosa lei e le altre 690.000 donne con le mestruazioni, attualmente presenti a Gaza, sono costrette a subire per la mancanza di prodotti per l'igiene personale e di assorbenti igienici.

Foto di Aya Ashour
Foto di Aya Ashour

In che modo la carenza di prodotti per l'igiene personale influisce sulla salute delle donne di Gaza e le mette a rischio? 

A Gaza manca qualsiasi prodotto per l’igiene personale, non solo quella intima: dallo shampoo al sapone per il bucato fino agli assorbenti igienici.

La carenza di sapone e shampoo ha favorito la diffusione di diverse malattie, ma soprattutto non poter disporre di assorbenti igienici ha portato molte donne a sviluppare gravi infezioni intime e profonde screpolature della pelle. Spesso infatti dobbiamo portare lo stesso assorbente per tutta la giornata e questo ci causa irritazioni e abrasioni simili a delle ustioni, che non possiamo curare perché anche i farmaci sono difficili da reperire.

Ma anche la carenza degli altri prodotti sta causando molti problemi: ad esempio la mancanza di shampoo sul mercato ha favorito la diffusione dei pidocchi. Molte donne hanno dovuto rasarsi la testa o tagliare i capelli molto corti. Anche io ho dovuto tagliare i miei amati capelli lunghi: ho sentito che stavo perdendo una parte della mia identità.

Il fatto che non riusciamo a trovare più il detersivo per il bucato, invece, costringe molte donne a usare polveri prodotte localmente, prodotti troppo aggressivi per la pelle che finiscono per causare gravi ustioni e infezioni alle mani.

Mi hai detto che i problemi di salute non riguardano solo le donne in età fertile, ma anche le donne incinte e quelle più giovani. Puoi spiegarmi meglio?

Per quanto riguarda le donne incinte, i rischi maggiori riguardano quelle che soffrono di malnutrizione: potrebbero morire durante il parto o avere gravi problemi di salute dopo la nascita del bambino. Inoltre, l'impossibilità di assumere le vitamine, necessarie per la salute e il corretto sviluppo del feto, minaccia ulteriormente sia la loro vita che quella dei bambini.

Le ragazze più giovani invece come vivono questo periodo?

Per le ragazze più giovani, le adolescenti e le nubili, i problemi sono di salute fisica e mentale. Come può essere la loro vita se non possono utilizzare gli assorbenti perché non ci sono? Molte ragazze sono costrette ad arrangiarsi come meglio possono, utilizzando panni o stracci al posto degli assorbenti. Ma queste soluzioni non sono sicure per la loro salute: le scarse condizioni igieniche dovute all'utilizzo di questi assorbenti improvvisati favoriscono la formazione di batteri nell'area genitale, che, senza cure, possono penetrare in profondità nell'apparato riproduttivo, fino all'utero, causando problemi di salute a lungo termine.

Tutto ciò, oltre a pesare sulla loro salute fisica, ha un forte impatto psicologico che a questa età le ragazze non possono affrontare senza subire un trauma.

Cosa si prova ad avere il ciclo senza avere assorbenti? 

Provo a raccontarti quello che ho provato io quando per mesi sono stata costretta a usare un solo assorbente tutto il giorno durante il ciclo. Era come camminare tutto il giorno sulla brace. Avevo continuamente la sensazione di essere obbligata a fare qualcosa che mi metteva profondamente a disagio ed ero ossessionata dalla paura di sporcarmi.

Mi sono sentita come se fossi stata privata della mia dignità di donna ed essere umano.

Oltre alle conseguenze fisiche, questo problema ha anche un forte peso psicologico. Mi aiuti a capire?

Stiamo vivendo un trauma che non supereremo mai perché semplicemente non abbiamo il tempo di elaborarlo e di guarire. Non potò mai dimenticare quello che ho visto e vissuto mentre stavo lavorano in uno dei centri UNRWA (l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente).

Ho ancora impresse nella mia mente le immagini delle donne in fila per avere qualche assorbente in più. Oppure quella volta in cui una ragazzina di 15 anni mi si è avvicinata per chiedermi assorbenti e biancheria intima. Aveva usato così tante volte la sua che ormai era consumata. Quei pochi assorbenti che si trovano in giro sono così costosi che le ragazze si sentono in colpa a chiedere i soldi alla famiglia perché sanno che la priorità è il cibo.

Immaginate cosa significhi tutto questo per una donna abituata a vivere in un contesto sociale e culturale conservatore.

Cosa significa?

Ci priva della nostra umanità e della nostra privacy in modo degradante.  Tutti questi traumi si ripercuotono sulla nostra salute mentale, facendosi sentire private della nostra dignità. Molte donne hanno sviluppato forme di ansia e depressione. Qualcuna ha persino pensato seriamente  al suicidio.

Perché hai scelto di raccontare con i tuoi video quello che sta succedendo? 

Non è stato sempre facile condividere i miei video per i frequenti problemi di connessione, ma non ho mai smesso di provarci. Abbiamo davvero bisogno che il mondo sappia cosa stanno passando le donne qui, soprattutto le organizzazioni femministe e le attiviste. Non possiamo più accettare di non sentirci come qualsiasi altra donna al mondo solo perché viviamo a Gaza. Abbiamo bisogno di sentire che le donne sono con noi e che si immedesimano in noi.

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