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La Spagna ha speso 260 milioni di euro per treni troppo grandi per passare nelle gallerie

I treni ordinati per circa 260 milioni di euro non sono ancora stati costruiti, secondo il governo, perché gli errori nelle dimensioni sono stati notati “prima dell’inizio dei lavori”. La polemica però ha causato le dimissioni della viceministra ai traporti e del presidente di Renfe.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Una viceministra del governo spagnolo e il presidente della società pubblica che gestisce il servizio ferroviario si sono dimessi dopo alcune polemiche relative all'acquisto di decine di treni "troppo grandi per passare nelle gallerie" delle regioni nelle quali avrebbero dovuto essere usati.

Renfe, compagnia ferroviaria spagnola, ha speso circa 260 milioni di euro per i treni destinati alle ferrovie nel nord del Paese, nelle Asturie e Cantabria, i cui territori sono perlopiù montani. Qui le gallerie (più strette degli standard attuali perché costruite dall'Ottocento in poi) sarebbero troppo piccole per i nuovi convogli. Appena i progettisti si sono accorti dell'errore, i lavori per la costruzione e il trasferimento dei treni sono stati interrotti.

Nella giornata di lunedì, la ministra dei Trasporti Raquel Sánchez Jiménez ha accettato le dimissioni della sua viceministra Isabel Padro de Vera e quelle di Iasìas Tàboas, presidente di Renfe. L'ordine per circa 260 milioni di euro era stato annunciato già tre anni fa da Renfe che aveva dichiarato di voler modernizzare i treni per i pendolari nelle Asturie e in Cantabria. Solo il mese scorso, però, sono stati rivelati i problemi con le misure dei treni in costruzione e quelle dei tunnel nelle due regioni. I presidenti di Cantabria e delle vicine Austurie si sono detti "sconcertati" e hanno richiesto un immediato intervento.

Il licenziamento di due alti funzionari di Renfe e della società per le infrastrutture ferroviarie statali Adif si è rivelato insufficiente e non ha placato gli animi di cittadini e organi regionali. Da qui, la decisione di rassegnare le dimissioni da parte della viceministra ai Trasporti e del presidente di Renfe. Il governo ha voluto nel frattempo sottolineare che gli errori sono stati "individuati prima della costruzione dei treni" e che quindi "non è stato sprecato un solo euro degli spagnoli".

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