La Spagna dice addio alla corrida grazie a Podemos
Solo due anni il premier spagnolo Mariano Rajoy le aveva definite patrimonio artistico nazionale, scatenando l'indignazione e la rabbia degli animalisti internazionali. Ora, però, le cose potrebbero davvero cambiare: la corrida rischia di sparire definitivamente dalla tradizione spagnola. Nelle elezioni del maggio scorso, infatti, numerose città iberiche hanno voltato lo sguardo a sinistra, eleggendo sindaci legati a Podemos. Si tratta di comuni che, per dimostrare una maggiore attenzione all'economia sociale, hanno inserito nel loro programma l'eliminazione della corrida, ritenuta un'inutile, per quanto tradizionale, crudeltà verso i tori.
E’ La Stampa a riportare la notizia nel dettaglio:
“Il sindaco di Madrid, Manuela Carmena, ha detto che «non un solo euro di soldi pubblici sarà speso nelle arene». Ad Alicante la corsa dei tori estiva è stata sostituita da una corsa in bici e si terrà un referendum per abolire i combattimenti. Saragozza ha finalmente vietato la festa in cui si legavano fuochi d’artificio alle corna dei tori, Valencia ha bloccato i finanziamenti alla Feira de Julio, Gandia ha bandito le corride, Villafranca de los Caballeros ha cancellato il festival di agosto e destinato i soldi all’acquisto di libri scolastici, Denìa ha depennato la festa del ‘bous a la mar’, nella quale un toro veniva costretto dalla folla a entrare in mare. Barcellona aveva già abolito le corride nel 2011, dopo 600 anni di storia.
Ma come è facile immaginare Enon mancheranno le polemiche della parte della Spagna più tradizionalista. Ricordiamo, a tale riguardo, che la corrida, con le sue figure di matador leggendari, da Juan Belmonte a Manuel Benitez, da Joselito o Manolete a José Ortega, ha segnato l'immaginario di un intero Paese. Gli amanti della tauromachia affermano che un toro da corrida vive un'esistenza più lunga e felice di quella di un semplice bovino da carne o da latte. Ma le associazioni di animalisti, tra cui la Flac (Fédération des Luttes pour l'Abolition des Corridas), controbattono sostenendo che le corride sono delle torture legalizzate.