La sorella torna tardi la sera a casa e lui la uccide: “Non sono pentito, lo rifarei”
Ha strangolato la sorellastra e appeso il suo corpo a un tubo del gas perché era tornata a casa troppo tardi dopo una serata passata fuori. Selim Kantar è stato incarcerato per un minimo di 30 anni. L'uomo ha confessato di aver ucciso la sua sorellastra, Dilsen Avci, nella loro casa di famiglia nel distretto di Pursaklar, in provincia di Ankara, Turchia centrale, il 27 giugno 2020. La donna aveva 30 anni ed era madre di due figli. A fare la scoperta choc è stata la madre dei due fratelli.
La morte di Dilsen era stata inizialmente considerata un suicidio, fino a quando Selim ha confessato di averla strangolata in una lettera dalla prigione, dove stava scontando la pena per un altro crimine. Il giovane ha spiegato che non era pentito di quello che aveva fatto, convinto che la sorella, restando fuori spesso fino a tarda notte, non aveva un atteggiamento adeguato.
È stato accusato di omicidio e di fronte alla 34a alta corte penale di Ankara, durante il processo, ha ammesso di non sentirsi pentito per le sue azioni, affermando: "L'avrei uccisa di nuovo". Vista la sua fedina penale e la mancanza di rimorso, il tribunale lo ha condannato all'ergastolo aggravato, il che significa che potrà essere considerato meritevole di libertà condizionale solo dopo aver scontato 30 anni.
La madre dei fratellastri, Necmiye Tiras, 58 anni, ha detto ai media locali: "Ha ricevuto la punizione giusto. Questa sentenza ci ha ha un po' rallegrato. Spero che non esca mai di lì" ha ammesso dopo la sentenza.